Secondo le previsioni di primavera della Commissione attività economica ancora troppo lenta per combattere l’assenza di lavoro. Rehn: “Bisogna fare tutto il possibile”.
Piano, troppo piano, ancora più di quanto già previsto. Il risanamento dei conti pubblici dei paesi europei decisamente non procede come si vorrebbe. Anzi. Secondo le previsioni economiche di primavera della Commissione il ritmo del consolidamento per il 2013 rallenterà rispetto al 2012. In particolare Bruxelles rivede ancora al ribasso le stime di crescita della zona euro, sia per quest’anno che per il prossimo. Nell’Ue a 17 il -0,3% che già compariva nelle previsioni di febbraio ora diventa un -0,4% mentre le previsioni di ripresa per il 2014 vengono abbassate dal 1,4% al 1,2%. L’anno in corso farà segnare ancora delle contrazioni, poi il Prodotto interno lordo (Pil) dell’Europa a ventisette e di quella a diciassette torneranno ad avere segno positivo. Unione europea ed Eurozona torneranno a crescere nel 2014.
“Dopo la recessione che ha contraddistinto il 2012, l’economia dell’Ue si stabilizzerà nel corso della prima metà del 2013”, rilevano le previsioni. Il risultato sarà “una notevole espansione nella seconda metà dell’anno, anche se la crescita dovrebbe esserci nel 2014”. Il Pil dell’Ue farà segnare un -0,1% nel 2013 e un +1,4% nel 2014.
Altro tasto dolente la disoccupazione, visto che “la ripresa dell’attività economica è troppo lenta per ridurla”, secondo le previsioni della commissione nel 2013 aumenterà ancora rispetto allo scorso anno: a fine 2012 l’indice dei senza lavoro nell’Ue era all’11,4%, e alla fine di quest’anno secondo Bruxelles balzerà al 12,2%. Di buono c’è, almeno, che secondo la Commissione questo aumento di chi non ha occupazione dovrebbe arrestarsi nel 2014: secondo le stime dell’esecutivo comunitario si resterà stabiliti al 12,1%. Stesso andamento nell’area Euro: a fine 2012 la disoccupazione ha toccato il 10,5%, e nel 2013 toccherà quota 11,1%. Anche in questo caso dato invariato per il 2014. Combattere la mancanza di lavoro è comunque una delle priorità dell’esecutivo Ue: “Visto il protrarsi della recessione, dobbiamo fare tutto il possibile per superare la crisi della disoccupazione in Europa”
Queste le tendenze generali ma la situazione cambia molto da Paese a Paese, così come la tolleranza dell’Europa. Mentre per alcuni è “opportuno attenersi agli obiettivi prefissati”, il commissario agli affari economici Olli Reh ha confermato invece la disponibilità a concedere una proroga ad alcuni paesi per centrare l’obiettivo di portare il deficit sotto il 3%.
È il caso della Francia per cui “è ragionevole” pensare ad un “cammino più morbido”. Le previsioni del governo francese, secondo l’esecutivo Ue, sono infatti “troppo ottimistiche e non aggiornate”. La Commissione prevede un deficit per Parigi del 3,9% per quest’anno e del 4,2% per il prossimo, e un pil rispettivamente al -0,1% e all’1,1%.
Due anni di tempo in più anche per la Spagna, per cui, tenuto conto dei “postumi della crisi che continuano a pesare duramente”, è “consigliato” rinviare il taglio del disavanzo dal 2014 al 2016.
Anche Olanda e Slovenia potrebbero ottenere un anno in più. Per il Paese balcanico la situazione è particolarmente delicata. Il governo di centrosinistra insediato solo sei settimane fa sta lavorando per preparare un piano d’azione che permetta di evitare il ricorso ad aiuti internazionali. Il premier Alenka Bratusek consegnerà la prossima settimana Bruxelles un programma dettagliato di riforme mirate a risanare il sistema bancario, stabilizzare le finanze pubbliche e rilanciare un’economia in recessione dal 2011.
Letizia Pascale