Negli otto paesi con il più elevato tasso di disoccupazione di under 25 mobilitati 18 miliardi in un anno. A quanto parte senza frutti
La Commissione europea un anno fa istituì le task force per aiutare gli otto paesi col più elevato tasso di disoccupazione giovanile ad invertire la rotta, e a distanza di un anno poco sembra essere stato fatto. E’ quanto lascia intendere Olivier Bailly, portavoce della Commissione europea, parlando del tema mai uscito dalle agende dei paesi membri dell’Ue e riportato prepotentemente alla ribalta a Bruxelles dal nuovo presidente del Consiglio, Enrico Letta. “Dobbiamo intensificare i nostri sforzi, perché la disoccupazione è ben lungi dall’essere scomparsa”, sostiene Bailly. Che chiede quindi ai paesi interessati “di fare di più e meglio”. Anche perché un fallimento delle politiche comunitarie avrebbe una ricaduta economica oltre che occupazionale. In un anno, ricorda il portavoce della Commissione Ue, “abbiamo mobilitato 18 miliardi di euro per i giovani dai fondi strutturali”. Peccato che nessun indicatore evidenzi un cambio di rotta. Probabilmente, a sentire Bailly, la colpa è degli stati interessati (Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Portogallo, Slovacchia e Spagna), peraltro “assistiti” dall’Ue. “Abbiamo chiesto agli otto paesi di mobilitare i fondi strutturali per misure di lotta alla disoccupazione giovanile, poi è chiaro che ci sono diversi modi e diverse azioni per svolgere questo compito”. Ma a Bruxelles, al momento, “ci sembra necessario accelerare le azioni statali per i giovani”. Bailly comunque chiarisce che “un bilancio su questa problematica lo faremo a giugno”. Si vede che oggi non è ancora il momento di parlare di fallimenti delle strategie Ue…
Guarda il grafico realizzato da Pragma Srl