Commissione: “Ci aspettiamo il rispetto degli impegni presi”
Il premier inizia oggi il tour “d’obbligo” nelle capitali europee: Berlino, poi Parigi e Bruxelles, come fece Monti
Dovrà spiegare dove trova i 12 miliardi per Imu e salario minimo. In ballo anche una richiesta di rinvio del pareggio di bilancio
Il tour europeo di Enrico Letta inizia subito dopo il voto di fiducia di oggi in Senato. Il nuovo premier andrà in serata a Berlino, dove incontrerà la cancelliera Angela Merkel, domani nel primo pomeriggio sarà all’Eliseo da François Hollande e in serata a Bruxelles, dove (molto probabilmente) cenerà con il presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy. Giovedì mattina, sul presto, l’incontro per la prima colazione con il presidente della Commissione, Jose Manuel Barroso. Alle 8.45 è prevista una conferenza stampa congiunta.
Un portavoce della Commissione, Simon O’Connor, a nome del commissario agli Affari economici Olli Rehn ha spiegato oggi che “ci aspettiamo il rispetto degli impegni presi dal governo italiano”. E dunque che “per il deficit si onori l’impegno preso per il 2013” di un deficit al 2,9% del Pil (soglia già giudicata “rischiosa” dalla Commissione). Per quanto riguarda gli annunci fatti da Letta in Parlamento la Commissione “non ha ricevuto fino ad ora nessuna comunicazione formale, ed ora è un po’ presto per commentare quanto detto. Certo gli accordi restano quelli e ci aspettiamo che si rispettino i patti”.
Dunque un Primo maggio intenso per il premier italiano, che dovrà spiegare ai partner dove troverà quella dozzina di miliardi che ha promesso agli italiani tra tagli all’Imu e salario minimo. Chiederà anche, sembra certo, un rinvio di un paio di anni per il pareggio di bilancio. Non si presenta insomma con le migliori carte Letta, le preoccupazioni in Europa son forti per il futuro dell’Italia, che ha sì un governo, ma di una eterogeneità che deve ancora provare di essere solida e impegnata nel rispetto delle scadenza europee. Bruxelles ha appena concesso un rinvio, proprio di due anni, alla Spagna, per questo forse potrebbe concederlo anche all’Italia, vista la nuova via di Barroso che ha deciso di mettere da parte i programmi lacrime e sangue e di abiurare sull’austerità. Però resta il problema delle promesse fatte da Letta in Parlamento e di come potrà finanziare una sospensione della tassa che il suo predecessore, Mario Monti, introdusse come inevitabile proprio per rispettare i programmi europei. L’aria è un poco cambiata, si, ma basterà per accettare l’allentamento italiano? Con Merkel sarà un po’ più difficile che con Hollande trovare un via libera, van Rompuy e Barroso potrebbero essere tolleranti, se Letta presenterà un programma convincente.