Sempre più forti sono le voci sulla possibilità che Alberto II lasci il trono
Il premier Di Rupo glissa in Parlamento: “Al governo non se ne è ancora parlato”
Secondo alcuni si cerca già la data giusta per il passaggio della corona al figlio Filippo
Mentre ad Amsterdam 800.000 persone festeggianola salita al trono del Principe Willem – Alexander, successore della regina Beatrice d’Olanda che a 75 anni e dopo 33 di regno ha abdicato, nel vicino Belgio si scommette sulla possibile rinuncia alla corona del re quasi ottantenne Alberto II, nato il 6 giugno del 1934.
“Il Re approfitterà dei 20 anni di regno (che ricorrono proprio quest’anno, ndr) per passare il testimone al figlio”. I primi a mettere la pulce nell’orecchio sono, secondo Charles Michel, Presidente del Movimento Riformatore, alcuni esponenti facenti capo ai partiti separatisti e antimonarchici del nord del paese come N – VA, la Nuova Alleanza Fiamminga che rivendica l’indipendenza delle Fiandre e approfitta per speculare su una vicenda che potrebbe essere, secondo alcuni, l’occasione giusta per rivedere le competenze reali.
Le voci sull’abdicazione del Re, anche se mai confermate, non sono certo una novità, anzi piuttosto un interrogativo ricorrente tra le pagine d’attualità politica belga. Sempre con grande discrezione, certo, di un possibile abbandono del Re si parla spesso e l’ultima volta nel 2010 quando, però, dinanzi alla grave crisi istituzionale che ha lasciato il Paese senza governo per un anno e mezzo il sovrano non se la sentì di abdicare. Questa volta, però,sembra esserci qualcosa di concreto nel vociferare tra i corridoi reali: Alberto II appare molto stanco agli occhi del suo entourage e si dice preferisca sempre più la vita ritirata al riparo dagli eventi pubblici. Qualcuno paragona la condizione fisica del Re “cattolicissimo” a quella di Benedetto XVI durante gli ultimi giorni di papato. Tanto più che al momento, sull’agenda reale, non sono previste neppure visite di Stato: una situazione che, si pensa, non potrà durare a lungo. Tra le fonti interne al Palazzo si parla di “accelerazione della successione” e di “atmosfera molto nervosa”. Segnali, questi, che fanno credere che si stia meditando sulla scelta del momento adatto al passaggio di corona al primogenito Filippo. Si ipotizza che ciò potrebbe avvenire non appena si saranno calmate le acque politiche, ma si teme anche che se si dovesse temporeggiare aspettando l’anno prossimo, dopo le elezioni, e il paese fosse di nuovo gettato in una paralisi come la precedente che era durata 541 giorni, la più lunga nella storia contemporanea europea che aveva poi portato alla formazione del governo Di Rupo, la situazione potrebbe essere insostenibile per l’ormai ottantenne sovrano.
Intanto il primo ministro Elio Di Rupo, interrogato alla Camera da Thèo Francken, esponente dell’ N-VA, a proposito delle sorti del Capo di Stato ha assicurato: “L’abdicazione del Re Alberto II in favore del Principe Filippo non è ancora mai stata discussa in seno al governo federale”. “Non voglio deludervi” ha aggiunto il premier “ma il governo non sta elaborando scenari nello scantinato di questo o quel caffè alla luce di una candela”. Come dire “non stiamo tramando alla spalle di nessuno, abbiamo cose più imminenti a cui pensare”. Ad esempio le riforme del paese, il consolidamento fiscale e il rafforzamento del potere d’acquisto dei belgi, materie nelle quali “sono impegnate tutte le energie del governo” ha ancora puntualizzato Di Rupo.
Loredana Recchia