‘Oltre 30.000 brevetti sono stati concessi, nello scorso anno, a società europee, cioè più di tutti i brevetti che sono stati rilasciati negli Stati Uniti, Giappone, Cina e Corea del Sud messi insieme’ Wow! Ve lo sareste aspettato? Io certamente no. Quindi in Europa stiamo ancora inventando come pazzi!
Naturalmente ognuno può trarre le conclusioni che vuole da questo fatto abbastanza incredibile; io ne traggo due (abbiate pazienza!):
1) Con tutto questo parlare di Europa in declino, obsoleta, che guarda indietro e non avanti, paralizzata dalla crisi, è facile dimenticare che in questo continente ci sono aziende incredibilmente innovative e creative e che non tutto è nero e senza speranza (intendiamoci, in Italia il gioco della bottiglia mezza vuota è uno sport nazionale che anche io pratico molto spesso, soprattutto in questi giorni. E a ragione, potrei aggiungere! Vedete, non riesco proprio a trattenermi!).
So, per esperienza, che per la maggior parte dei giornalisti ‘good news is no news‘, e quindi non mi aspettavo certo di vedere la notizia sulle prime pagine dei quotidiani. E infatti, la citazione che ho messo all’inizio viene da questo video, ehm .. ipnotizzante:
Il filmato vuole promuovere “The European Inventor Award’ di quest’anno (o l’Oscar della tecnologia, come viene definito nel video, con un certo senso dell’umorismo), un evento organizzato dall’ Ufficio Europeo dei Brevetti o EPO. Il sito dello EPO dice: ‘ The European Inventor Award rende omaggio agli uomini e alle donne la cui ricerca di nuove idee aiuta a promuove il progresso tecnologico e la crescita economica, cambia la società e migliora la nostra vita quotidiana’. Ottima idea, e, come dicevo, un’ottima notizia che ci siano così tanti inventori in Europa. Ottimo video? No. Si vede uno sforzo, ma il tutto è, come posso dirlo? terribilmente noioso. Noioso per il modo in cui vengono raccontate le cose e noioso per come è stato girato. Gli elementi ci sono tutti (e probabilmente questo è parte del problema): statistiche interessanti, contesto storico con immagini filmate in un museo, descrizione dell’evento, intervista con il vincitore dell’anno passato e anche vox pops! Ma dove sono l’innovazione e la creatività che ci si aspetterebbe da un video su questo argomento? Se non vi era un budget sufficiente (anche se credo che questo non sia stato così economico), allora meglio non farlo affatto un video! O forse concentrarsi solamente sugli inventori e la loro storia, se si vuole giustamente rendere noto che in Europa ce ne sono tantissimi.
Ma ecco che sorge il dubbio, che è poi la seconda conclusione che ho tratto dal numero di brevetti europei – mica pensavate che mi sarei dimenticata il secondo punto?
2) Saranno poi veri questi numeri? Riascolto con attenzione. Allora, il video inizia, come ho detto, con la citazione che ho messo sopra. Poi, dopo 4 minuti e 16 secondi appare un grafico con la mappa del mondo. E la voce dice: ‘Poco più del 36% di tutti i brevetti depositati nel 2012 proviene dall’Europa, seguita dall’Asia con il 35.6% ‘.
Ecco il grafico:
Quindi, le aziende europee ottengono più brevetti di quelle degli Stati Uniti, Giappone, Cina e Corea del Sud messe insieme, ma l’Europa è solo marginalmente davanti all’Asia in termini di numero di brevetti depositati? Ma cosa vuol dire? Vuol dire forse che è più facile ottenere un brevetto in Europa? Magari l’EPO ha come esplicito scopo quello di promuovere l’innovazione in Europa – allora ditelo no? Sono o no questi i numeri veri che testimoniano un buon risultato per l’Europa, o non è forse più impressionante che l’Asia abbia depositato quasi lo stesso numero di brevetti? Perchè devo cercare di indovinare io la risposta?
La chiarezza è parente stretta della trasparenza. E nessuna delle due ha bisogno di brevetto per poter essere utilizzata.