La riunione dei ministri Nato è stata “l’ultima occasione internazionale” per il premier uscente
Il professore rivendica i successi: “Confidiamo che l’Ue chiuda la procedura di deficit eccessivo”
Stringe le mani, saluta, ringrazia chi qualche volta ha “tifato Italia sui tavoli in cui sono state giocate partite importanti”. Con la partecipazione alla riunione della ministeriale Nato, a Bruxelles, a cui era presente in veste di ministro degli Esteri ad interim, Mario Monti si congeda dall’Europa in occasione di quella che definisce la sua “ultima uscita internazionale come rappresentante del governo italiano”. Un incarico non facile quello di questi ultimi mesi, un “onere pesante” confessa adesso che tutto sta per finire. Ma ancora una volta il presidente del Consiglio uscente non rinuncia a rivendicarne i successi. Tra questi l’avere intrapreso il cammino che potrebbe portare presto alla chiusura della procedura di deficit eccessivo della Commissione europea nei confronti dell’Italia. “Confidiamo che il 29 maggio la Commissione prenda questa decisione” afferma Monti ottimista, “non saremo più al governo, ma credo saremo molto contenti di avere lasciato questa situazione dietro di noi”.
Un risultato non scontato alla luce della situazione che il governo dei tecnici ha ereditato quando ha assunto l’incarico. “Sembrava irrealistico il pareggio di bilancio nel 2013 e – spiega Monti – abbiamo valutato che sarebbe stato successivamente pericoloso chiedere differimenti come invece hanno fatto altri paesi e abbiamo lavorato per raggiungere questo obiettivo”. Non solo: sulla scrivania, ricorda Monti, “abbiamo trovato decine e decine di miliardi di euro di debiti delle Pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese accumulate nel corso degli anni e abbiamo voluto rimediare non appena la situazione l’ha consentito”. In Italia “ci sono tanti problemi” e la situazione era tale che “abbiamo dosato gli interventi”, spiega Monti rispondendo a quanti, in questi mesi, “chiedevano tutto e subito”.
Rimane il tempo per fare ancora pochi atti. L’ultimo potrebbe essere la presentazione a Bruxelles, entro il 30 aprile, del Documento di programmazione economica e finanziaria (Def), nelle sue due componenti: il programma nazionale di riforme e il programma di stabilità. “Abbiamo adottato in Consiglio dei ministri il testo dei due documenti e lo abbiamo sottoposto all’esame parlamentare, poi dovremmo essere in grado di presentarlo alla Commissione sostanzialmente entro i termini. È l’ultimo atto del governo uscente”, conclude Monti.
Della situazione che lascia al suo successore il professore è insomma sostanzialmente soddisfatto, per questo non vuole nemmeno sprecare tempo sulle parole di Beppe Grillo, che in un’intervista rilasciata alla Bild prevedeva per l’autunno la bancarotta dell’Italia: “Credo sua una grandissima debolezza del sistema politico italiano e prova di una coda di paglia qualche volta giustificata qualche volta no – si limita ad affermare – dovere prendere posizione su una varietà di sussurri, cinguettii, deprecazioni, invettive, manifestazioni di pensiero individuale e collettivo che non hanno particolare valore per il fatto che vengono espresse da un particolare soggetto”.
A rassicurare sul futuro del Paese anche la rielezione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che, assicura Monti, è stata particolarmente apprezzata: i colleghi, ha raccontato nel corso della conferenza stampa al termine della ministeriale Nato, “hanno mostrato soddisfazione, gioia e sollievo per la sua conferma”. Un punto fermo in un futuro italiano che, per il momento, rimane incerto anche per lo stesso Monti. A chi gli chiede un’eventuale disponibilità a futuri incarichi di governo risponde soltanto: “Le mie parole si riferiscono all’orizzonte di conoscibilità a mia disposizione, che copre il passato e quando va bene il presente, ma non il futuro. Da questa risposta, per altro non è autorizzata nessuna deduzione, né positiva, né negativa, e neppure neutra per quanto riguarda il futuro”. Al momento dei saluti, però, Monti si congeda dai giornalisti di Bruxelles con un “arrivederci, in qualche modo”. Chissà.
Letizia Pascale
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