La Commissione lancia una piattaforma paneuropea che unisce le università telematiche
Vassiliou: “Le nostre scuole adottino metodi d’insegnamento più innovativi e flessibili”
Nell’Europa ideale l’istruzione terziaria dovrebbe essere aperta a tutti, accessibile da ogni dove e, magari, perché no, anche gratuita. Un modello perfetto al quale è ispirata la nuova piattaforma paneuropea MOOC (Massive Open Online Courses). Si tratta del sito internet www.openuped.eu, lanciato dalla Commissione europea e dall’EADTU, l’Associazione europea delle università per l’insegnamento a distanza, che mette a disposizione, per chiunque abbia un accesso alla rete, un elevato numero di corsi universitari, senza doverne pagare l’iscrizione (è richiesta, solo in certi casi, una tassa per ottenere il diploma finale) e ad alta flessibilità in termini di frequenza.
Sul sito si legge già la lunga lista di corsi che andranno a coprire i più disparati settori: “Dalla matematica all’economia, passando per le competenze digitali, il commercio elettronico, il cambiamento climatico, il Medio Oriente moderno, la scrittura creativa,” etc. Al momento sono 40, ma solo sulla carta, perché il sito è ancora in costruzione. Non c’è dubbio, però, che una così ampia scelta faccia gola anche solo all’idea.
I corsi sono ideati dalle diverse università che partecipano al progetto, ognuna propone le proprie lezioni e le pubblica sulla piattaforma in, almeno, una lingua. Queste poi verranno, eventualmente, tradotte nelle altre 10 lingue dei partner e in arabo. A rappresentare l’Italia c’è, per ora, solo l’Università Telematica Internazionale Uninettuno, ma altri possono aggiungersi se lo desiderano.
Androulla Vassiliou, Commissario per l’istruzione, la cultura, del multilinguismo e la gioventù, spera che l’iniziativa sia un incentivo per “le nostre scuole e le nostre università ad adottare metodi d’insegnamento più innovativi e flessibili. Il movimento MOOC è già popolare, soprattutto negli Stati Uniti, ma il suo lancio a livello paneuropeo lo porterà ad un livello superiore.”
Per quanto il MOOC sia una novità per l’Ue nel resto del mondo ha già preso piede da tempo, l’acronimo fu utilizzato per la prima volta nel 2008, per il corso “Connectivism and Connective Knowledge”, e ad oggi sono molteplici le piattaforme che mettono a disposizione questo tipo di servizio. Tra queste, le più conosciute sono la Khan Academy, del 2006, la Udacity, la Edx e la Coursera, creata da due professori della Standford University. La maggior parte dei corsi, in questi casi, sono in inglese, ma sul web esistono dei sistemi che consentono, a una rete di traduttori volontari, di sottotitolare nella propria lingua madre i corsi a cui prendono parte. Così, uno studente italiano con un’ottima conoscenza dell’inglese e, soprattutto, molto tempo libero, può tradurre parti della lezione per facilitare chi ha meno dimestichezza di lui con le lingue straniere e il concetto di social network prende una nuova forma.
Sull’insegnamento online non mancano i dubbi e le riserve: è migliore di quello tradizionale? È, almeno, allo stesso livello di quello svolto di persona? Secondo un rapporto del Dipartimento di Educazione statunitense pubblicato sul sito Coursera nella media i metodi di apprendimento online sarebbero efficaci almeno quanto quelli “faccia a faccia”.
Openuped.eu è ancora in costruzione e, anche se gli esempi extra-europei sono molti, il 25 aprile, a seguito del lancio ufficiale del sito, potremo giudicare personalmente se un corso può essere insieme online, gratuito e, pur sempre, valido.
Camilla Tagino
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