Il Presidente della Commissione rilancia il progetto di massima integrazione tra le nazioni
Ai Think tank: “Sono tra quelli che non hanno paura a pronunciare la parola proibita”
Gli Stati membri devono decidere di accelerare il processo di integrazione, per lasciarsi alle spalle l’Unione europea e arrivare agli Stati Uniti d’Europa. José Manuel Barroso torna a rilanciare l’idea di un’Europa federale, unica soluzione alla crisi e alle spinte populiste. Il Presidente della Commissione europea si rivolge ai think tank europei, riuniti a Bruxelles per discutere i problemi dell’agenda comunitaria di stringente attualità. A loro offre la sua visione europeista, a loro offre l’occasione per ripensare l’Europa. “Una vocazione a metà per il progetto di integrazione europea serve solo a rafforzare quanti lo avversano”, avverte. “Serve solo a concedere tempo a nazionalisti e populisti. Ma io – dice – sono tra quelli che non hanno paura a pronunciare la parola proibita: federalismo”. Il messaggio di Barroso è chiaro: vanno superate le ultime resistenze e rimuovere gli ultimi tabù. “L’avversione per il centralismo è qualcosa che non sorprende, ma che allo stesso tempo non si capisce”. Perchè, ricorda, già adesso l’attuale Unione europea ha molto di federale. “L’Ue come la conosciamo oggi ha un numero di elementi innegabilmente federativi”.
Oggi, ricorda Barroso, c’è una Commissione europea sovranazionale con un mandato proprio a promuovere gli interessi generali, c’è un Parlamento europeo eletto direttamente dagli elettori di ventisette paesi, una Banca centrale europea indipendente e una Corte di giustizia basata sul sistema di diritto, il cui primato sulle legislazioni nazionali è riconosciuto da tutti. Anche la dialettica europea è la stessa degli Stati. “Nei paesi federali, dagli Stati Uniti alla Germania, è in corso un dibattito sulla sussidiarietà”, come in lo è in Europa. E uno dei principali promotori di questo dibattito è proprio Barroso. “Ho descritto chiaramente la necessità di procedere verso una federazione di Stati-nazione”, ricorda. “Ho sentito di dover portare avanti quest’idea perché possa diventare il nostro orizzonte politico, che è ciò di cui abbiamo bisogno per rispondere alle sfide del futuro”. Proprio per questo “non dobbiamo aver paura ad usare questa espressione”.
Gli Stati Uniti d’Europa sono il punto di arrivo inevitabile, e non bisogna temere il cambiamento. “Parlare di federalismo europeo è indicare la strada per l’Europa senza negarne il passato e il presente”. Parlare di federalismo europeo è “discutere apertamente, realisticamente e democraticamente del medio e del lungo periodo”. Per essere europei bisogna pensare e sentirsi europei. “Il problema – rileva il presidente della Commissione Ue – non è l’integrazione politica, il problema è avere un senso di unità nazionale trasposto a livello europeo”. Per questo, oggi più che mai, “occorre interrogarsi sul cosa significhi realmente Europa”. Soprattutto in un momento in cui in tutto il continente crescono le forze disgregatrici. “La cosa peggiore per l’Europa – ribadisce Barroso – è l’indifferenza politica di forze moderate che lascia l’iniziativa a tutti i tipi di populismo”.
Renato Giannetti