Intervista a Ivan Antognozzi, comitato promotore per la candidatura a capitale della cultura
“Vogliamo ridare alla città di Raffaello la centralità storica che ha avuto in passato”
Perché Urbino si candida?
“Urbino è una città che ha avuto un ruolo rivoluzionario nella storia italiana, soprattutto dalla seconda metà del Quattrocento fino alla metà del Seicento. A Urbino nasce la cultura umanistica e rinascimentale con la corte di Federico II da Montefeltro. La sua corte diventa luogo di grande fermento artistico, tecnico e scientifico e i risultati di questi studi sono legati alla nascita della prospettiva, ossia un nuovo modo di organizzare lo spazio non solo in termini di visione pittorica. La prospettiva implica una nuova visione del mondo che mette l’uomo al centro della propria esistenza e il ducato di Urbino diventa un riferimento culturale fondamentale per tutto il mondo. Questa candidatura vuole dunque ridare ad Urbino la centralità storica che ha avuto”.
Cos’è oggi Urbino?
“È una città piena di cultura, che le deriva dalla tradizione rinascimentale ma che si è aggiornata nel tempo. È una città viva, dinamica, carica di manifestazioni culturali riconosciute a livello internazionale e di istituzioni artistiche di altissima importanza e antichissime, come la scuola del libro; è una città che ospita una tra le Università più antiche d’Italia, retta da Carlo Bo per circa 60 anni e a lui intitolata, luogo di dialogo interculturale assoluto”.
Tuttavia Urbino ha perduto la visibilità internazionale di cui godeva un tempo. Un esempio piuttosto esaustivo che dimostra come non sia più un riferimento per la cultura e per l’arte: alla National Gallery di Londra, sotto un quadro di Raffaello fino a poco tempo fa, nella didascalia era riportato: Raffaello – Urbino -Umbria. Dunque Urbino ha completamente perduto la sua centralità al punto da essere collocata nell’Umbria invece che nelle Marche”.
Il ritorno che Urbino si aspetta da questa candidatura è una grande visibilità e cos’altro?
“Vogliamo rilanciare l’immagine della città e rivoluzionarne la sua percezione. Stiamo lavorando a tutta una serie di eventi che si ispirano alla sua storia culturale. Oggi difronte alla tirannia dell’economia, della finanza, dinnanzi “all’ideologia della brutalità” come ha detto Jack Lang, che è il presidente del comitato promotore della candidatura, noi vorremmo che nascessero dei nuovi valori. Vorremmo che questa città incarnasse lo spirito di un nuovo rinascimento culturale e riportasse l’uomo al centro. Gli eventi culturali a cui stiamo lavorando seguono questa direzione”.
Quali sono i punti principali del vostro programma?
“Abbiamo tre piattaforme teoriche principali, all’interno delle quali staranno gli eventi culturali. Il tema della prima piattaforma è quello della città; La città come luogo dell’esistenza, della reciprocità, dell’incontro e del confronto con gli altri. La città come organizzazione degli spazi urbani, luogo che offre ai cittadini servizi di qualità. Questo tema si rifà al tema della città ideale, nato nel rinascimento ma che vorremmo riproporre nella visione contemporanea.
La seconda piattaforma ha per filo conduttore il tema dell’arte. Urbino è la città di Raffaello e l’arte deve tornare ad essere intesa come uno strumento di creatività, di espressività, deve produrre valore. Per arte si intende non solo l’arte pittorica ma tutte le forme dello spettacolo dal vivo. Le Marche ospitano tra gli altri il Rossini Opera Festival, che è uno degli appuntamenti più importanti a livello internazionale per il mondo della lirica. Il Festival è a Pesaro e questo è importante perché la candidatura di Urbino comprende anche il suo territorio con i suoi centri. Il terzo tema a cui stiamo lavorando è quello che si rifà al mito del cortigiano, grazie al libro “Il Cortegiano” di Baldassare Castiglione, scritto tra il 1513 e il 1524, conosciuto e tradotto in tutte le corti d’ Europa.
Dunque tre icone, tre miti rinascimentali che vogliamo riprendere e aggiornare”.
I progetti a cui state lavorando che tempi hanno? Continueranno dopo il 2019?
“Sì, soprattutto il tema della città ideale prevede una trasformazione concreta della città nel tempo. Alcuni esempi in questo senso: La piazza del Mercatale, dove oggi c’è un parcheggio, era storicamente un luogo importante di aggregazione. Oggi il ruolo di questa piazza è andato disperso e lo spazio è lasciato alle macchine. Il progetto è di bonificare tutta quest’area che verrà ridestinata ai cittadini. Un altro progetto evidentemente a lungo termine è la Data, ossia le vecchie stalle del palazzo ducale di Urbino. È un edificio di fine 400, primi del 500 ridotto piuttosto male e solo in parte restaurato, ma che verrà restaurato completamente per il 2019. Questo spazio verrà utilizzato come laboratorio multimediale per la città, per i cittadini e per gli studenti. Tutti questi progetti saranno attivati e cominceranno a funzionare dal 2019 in poi”.
Avete dei finanziamenti a lungo termine per questi progetti?
Ci sono dei finanziamenti che sono già stati deliberati per il 2019 e si tratta di risorse regionali e comunali. C’è una compartecipazione poi pubblico-privata per Urbino 2019. Stiamo coinvolgendo piccoli e gandi imprenditori, stiamo cercando di coinvolgere Diego della Valle e il gruppo Scavolini.
Poi c’è tutta la parte dei fondi comunitari, diretti e indiretti, ossia quelli che la Regione dovrà gestire da qui per i prossimi 7 anni. Alcuni di questi fondi verranno destinati al progetto Urbino capitale europea della cultura 2019. Questa candidatura è intesa da Urbino e dal suo territorio come una grande impresa di marketing collettiva”.
È difficile lavorare in ambito culturale di questi tempi?
“Le posso dire che quest’anno l’amministrazione regionale ha messo più soldi nella cultura rispetto agli anni passati. Inoltre è stato appena bandito il distretto culturale evoluto delle marche. È un progetto a regia regionale ma con la partecipazione del territorio che serve a creare, soprattutto ad Urbino, una serie di sistemi economici, ma a matrice culturale, che rientrano nei finanziamenti per Urbino 2019”.
Come hanno preso i cittadini questa candidatura?
“C’è una grande partecipazione per questa candidatura, sia da parte delle istituzioni, sia da parte del territorio sia da parte dei cittadini che sono stati attivamente coinvolti attraverso l’organizzazione di tavoli tematici (cultura, economia, turismo, etc.) grazie ai quali hanno potuto dare il loro contributo per questo grande progetto.
Il lancio della candidatura a capitale europea della cultura è stato anticipato da una attività di social network molto massiccia. In tale senso Urbino ha avuto in poco tempo più contatti delle altre città italiane candidate e molto di questo merito è dovuto alla grande partecipazione dei cittadini non solo di Urbino ma di tutto il territorio delle Marche”.
Qual è la dimensione europea del vostro progetto?
“Alcuni valori e idee, come la città ideale e il rinascimento matematico che sono nate nella cultura umanistico-rinascimentale urbinate e che sono divenute da subito parte della cultura occidentale europea. In programma c’è una grande mostra di Raffaello il cui obiettivo è quello di coinvolgere tutti i più grandi musei che ad oggi conservano le opere dell’artista e riportare le opere del maestro nei loro contesti marchigiani originari.
La città di Urbino come nuovo modello, culturale, sociale, economico a cui tutta l’Europa possa guardare in maniera virtuosa”.
Chiara Celluprica
Per saperne di più:
– La pagina facebook di Urbino2019
Lo speciale delle città italiane che concorrono per il titolo di “città capitale europea della cultura” tornerà prossimamente con un’altra città