La tanto attesa serie web ‘Eurobubble‘ – beh diciamo attesa soprattutto qui a Bruxelles – ha finalmente fatto uscire i suoi primi episodi. Ce ne sono tre finora. Stiamo parlando in tutto di esattamente 10 minuti e 17 secondi! Menziono i dieci minuti per un motivo molto specifico: mi sono piaciuti tutti, soprattutto considerando il budget minuscolo a disposizione, ma ho notato che la lunghezza degli episodi sta rapidamente diminuendo. Il primo episodio era 4:39, il secondo 3:08, mentre il terzo episodio è sceso a 2:38; contando che ogni episodio ha 30 secondi di titoli (ne riparleremo più avanti), mi è venuto il timore che, a battere gli occhi, di questo passo, mi perdo il prossimo! Scherzi a parte, non sono affatto contraria, come sapete, alla brevità, per mantenere alta l’attenzione della gente. Ma non stiamo esagerando leggermente?
Ecco il primo episodio – quello lungo, per intendersi:
Dico subito, anzi ripeto, che mi piace molto l’iniziativa e mi sono divertita a guardarli tutti, e ho fatto in fretta!
Perché mi sono piaciuti?
Per prima cosa e cosa fondamentale direi: è ben scritto. Quando ne ho parlato in uno delle mie rubriche precedenti, la mia preoccupazione era che non fosse abbastanza divertente. Ma lo è, piuttosto per un pubblico selezionato, visto che i pezzi più divertenti sono per i “Brussels insiders“. Però il testo scorre bene e la descrizione dei personaggi e delle situazioni è accurata e spiritosa (non un rotolarsi dalle risate ma un grosso sorriso consapevole).
Secondo: la grafica e la musica sono belle. La sequenza dei titoli di testa, in stile Catch me if you can, è decisamente ben fatta – anche se forse un po’ troppo lunga – e sospetto che Steven Spielberg avesse un budget leggermente più grande!
Terzo: per essere attori non professionisti, Yacine e il resto del cast stanno facendo un ottimo lavoro, probabilmente perché fanno tutti finta di essere…. loro stessi!
Detto questo, il problema principale che ho con la serie è la sua velocità, che è l’altra faccia della medaglia delle qualità di cui ho appena parlato. È un po’ come se qualcuno avesse lasciato il dito sul pulsante del fast forward! So che parlare velocemente è molto di moda, soprattutto per i non madrelingua che possono così mostrare la perfetta conoscenza della lingua inglese. E poi molti pensano che parlare velocemente ti faccia sembrare più intelligente. Quando lavoravo per Newsnight, ricordo la riunione mattutina come una gara a chi parlava più in fretta, come se quello che aveva da dire sarebbe sembrato più incisivo o degno di nota se detto alla velocità della luce. Allora mi dicevo, sbagliando forse, per spiegare il fenomeno: ‘Siamo un programma di notizie, bisogna essere veloci!’
Ma in questo caso, la velocità rende alcune parti della sceneggiatura non credibili – si può effettivamente trovare un lavoro a Bruxelles in questi giorni così in fretta? – e a volte non si riescono proprio a capire certe battute, che è un peccato. E alcune grafiche appaiono e scompaiono in un nano-secondo: mi piacciono, come ho detto, ma volano via; certo, si potrebbe mettere in pausa il film e leggerle, ma perché mai? È così problematico tenerle sullo schermo un po’ più a lungo?
Forse sto solo diventando vecchia – e saggia si spera! – ma vorrei far notare che veloce e intelligente non sono sinonimi, e nemmeno veloce e divertente se per questo. Ci possiamo calmare un secondo per favore?