Respinti i ricorsi del nostro Paese che chiedeva a Bruxelles di sbloccare oltre 46 milioni
“In Campania non garantito uno smaltimento sicuro per la salute dei cittadini e dell’ambiente”
L’Italia non ha adottato tutte le misure necessarie e quindi non merita i fondi dell’Unione europea per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti in Campania. A ribadirlo è oggi la Corte di Giustizia Ue che ha respinto i ricorsi con cui il nostro Paese chiedeva che venissero sbloccati gli oltre 46 milioni di fondi comunitari destinati a questo scopo.
Il contributo europeo per la gestione dell’emergenza rifiuti era stato accordato nel 2000 e doveva servire a Roma per realizzare interventi strutturali per lo smaltimento dei rifiuti nella regione. Le misure, però, non sono mai state effettivamente realizzate. Così, nel 2007, la Commissione ha deciso di aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, accusandola di “non avere garantito che in Campania i rifiuti fossero smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ambiente” e di non avere “creato una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento”, violando così la direttiva sui rifiuti del 2006. Nel 2010, in effetti, la Corte di Giustizia ha constatato l’inadempimento e condannato il nostro Paese.
L’Italia non si è però rassegnata alla sospensione dei pagamenti e ha presentato due ricorsi, sostenendo che avrebbero dovuto essere bloccati solo quei fondi relativi alle misure specificamente oggetto della procedura d’infrazione e non, invece, tutti i progetti nel settore della gestione e dello smaltimento dei rifiuti.
Oggi, però, il Tribunale respinge anche questa richiesta, spiegando che esiste comunque un collegamento sufficiente fra la misura decisa dalla Commissione e l’oggetto della procedura d’infrazione: per questo è legittima la decisione di Bruxelles di non erogare i fondi. A questo punto l’Italia può impugnare la decisione entro due mesi, ma solo relativamente a questioni di diritto.
Sull’Italia nel frattempo, nonostante il netto miglioramento della raccolta differenziata a Napoli, continua a pendere la minaccia della Commissione europea di un secondo ricorso per non esecuzione della sentenza del 2010, un rischio “fortissimo” secondo fonti Ue e che per l’Italia sarebbe un vero “disastro”. La conseguenza sarebbe infatti l’arrivo di multe pesantissime per il periodo pregresso e per ogni altro giorno di permanenza nella situazione di infrazione.
Letizia Pascale