La Plenaria saluta l’imminente ingresso della Croazia e auspica quello della Serbia
Rouček (S&D): “Con Zagabria tutta l’Unione europea sarò più forte e più sicura”
Sulla strada dell’adesione della Croazia all’Unione europea rimangono soltanto la Danimarca e la Germania. Affinché il processo sia completato occorre l’ok di tutti i 27 Paesi membri e al momento solo quei due non hanno ancora dato l’ufficiale via libera. Il Parlamento europeo ha dato il proprio consenso il primo dicembre 2011 e ora chiede a Berlino e Copenaghen di fare presto.
“Il percorso della Croazia verso l’adesione all’Unione europea, che ha comportato una profonda trasformazione di tutti gli aspetti delle politiche pubbliche, sta per finire. L’adesione della Croazia renderà l’Unione europea più forte e più sicura”, ha detto Libor Rouček (S&D), relatore del testo approvato in Plenaria. “Il successo della Croazia manda anche un segnale incoraggiante agli altri stati candidati e aspiranti tali della regione”.
Con i negoziati tra Serbia e Kosovo per la normalizzazione dei loro rapporti che non riescono ad arrivare in dirittura d’arrivo, per l’Aula di Strasburgo l’accesso della Croazia, secondo Paese dell’ex Yugoslavia ad aderire all’Unione dopo la Slovenia, potrebbe essere uno sprono per gli altri Stati della regione a fare un maggiore sforzo per superare le questioni ancora aperte. I deputati sostengono ad esempio con favore i passi compiuti dalla Croazia e dalla Serbia per migliorare le loro relazioni, così come il protocollo d’intesa firmato con la Slovenia sulla risoluzione del caso Ljubljanska Banka. E proprio la Serbia potrebbe essere la prossima nazione ad entrare in Europa. “L’incentivo dell’adesione all’Ue rimane forte e accattivante e spero che sapremo afferrare insieme questa opportunità unica per chiudere il capitolo dei conflitti balcanici e aprirne uno nuovo che sarà segnato da riforme orientato all’adesione e alla cooperazione regionale” ha dichiarato lo sloveno Jelko Kacin dell’Alde.