Nemmeno il nono round di dialoghi, concluso nella notte porta l’intesa tra Pristina e Belgrado
Ashton comunque fiduciosa: “Posso dire che le differenze sono strette e molto superficiali”
Ennesimo fallimento. Nemmeno il nono round di negoziati, quello convocato a sorpresa dall’Alto rappresentante per la politica Estera Ue, Catherine Ashton, oltre i termini prestabiliti ha portato il risultato atteso: l’accordo tra Serbia e Kosovo non c’è. La speranza che l’incontro fosse l’appuntamento decisivo è naufragato nella notte, quando, dopo oltre 14 ore di colloqui Ashton ha dovuto annunciare che l’intesa per la normalizzazione della relazione tra Pristina e Belgrado non è stata trovata. L’Alto rappresentante però non ha ancora abbandonato le speranze e, secondo fonti europee, già domani si dovrebbe tenere un nuovo incontro.
La delegazione Kosovara avrebbe fatto un improvviso dietro-front (nel vero senso della parola) e sarebbe già sulla strada del ritorno verso Bruxelles, mentre Ashton, impegnata domani in una visita a Zagabria, dovrebbe rientrare in anticipo per riprendere i colloqui nel primo pomeriggio.
La speranza è che quello di domani potrebbe essere finalmente l’incontro decisivo, visto che, dopo il nulla di fatto di questa notte il capo della diplomazia Ue ha spiegato: “L’ultima volta ho detto che l’accordo era a portata di mano, ma che le differenze erano profonde, oggi posso dire con vera fiducia che le differenze sono strette e molto superficiali”. Ashton ha poi di nuovo invitato le parti ad esaminare seriamente l’accordo proposto, sostenendo che un’intesa è ancora possibile.
La baronessa illustrerà il proprio rapporto sul dialogo ai ministri degli Esteri dei Ventisette al Consiglio Ue di lunedì a Lussemburgo. Prima “restano alcune ore”, ha ricordato nella notte, “spero che in questo tempo, entrambe le delegazioni rifletteranno sulla possibilità di fare gli ultimi passi necessari per concludere l’accordo, facendo avanzare i loro popoli verso il futuro”. E se il nuovo incontro di domani fosse confermato, potrebbe essere il segnale che si è davvero vicini ad una svolta per superare le differenze che, nella notte, portavano ancora i premier di Pristina e Belgrado ad accuse reciproche.
Secondo il premier kosovaro, Hashim Thaci è stata infatti la Serbia a non accettare la proposta di accordo presentata dall’Ue. Forse, ha aggiunto, lo farà nei prossimi giorni. Il premier kosovaro Ivica Dacic ha invece apertamente accusato il collega kosovaro di essere stato lui ad impedire il raggiungimento di un’intesa. Lo scoglio da superare è sempre quello dei poteri da attribuire alle comunità serbe del Kosovo, con l’ingresso di Pristina nelle organizzazioni internazionali. Comprese le Nazioni Unite. Una cosa, secondo Dacic, inaccettabile per Belgrado.
Intanto il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato a larga maggioranza una serie di relazioni annuali sui progressi di Serbia, Kosovo, Montenegro e Turchia e un rapporto globale in vista dell’ingresso della Croazia il primo luglio 2013. Il messaggio generale degli eurodeputati rimane a favore del processo di allargamento dell’Unione europea all’area balcanica. Naturalmente a condizione che i paesi candidati portino avanti le necessarie riforme chieste da Bruxelles.
Letizia Pascale