Report della Commissione sui fondi strutturali, dove sono stati usati bene hanno creato lavoro
Il commissario Hahn: “Gli Stati devono intensificare gli sforzi per far uso delle risorse Ue”
L’Italia registra ritardi nel garantire l’accesso alle risorse comunitarie, ma quando riesce a mobilitarle i risultati si vedono. Le regioni del nostro Paese hanno saputo rispondere alla crisi grazie ai progetti sostenuti in co-finanziamento Italia-Ue, ma il divario tra nord e sud cresce. È un quadro di luci e ombre quello che emerge dal Rapporto 2013 sulle politiche di coesione della Commissione europea. Il nostro, tra gli otto Paesi dell’Unione europea con il più alto tasso di disoccupazione giovanile, è tra quelli con il più elevato numero di nuovi posti di lavoro creati tra il 2007 e il 2013, ma deve fare ancora i conti con la congiuntura economica sfavorevole e con i problemi che l’affliggono. “In Italia la crisi economica ha continuato a colpire fortemente, e il paese ha delle debolezze strutturali”, ha ricordato Shilin Wheelers, portavoce del commissario europeo per le Politiche regionali, Johannes Hahn. Nella nostra nazione, ha sottolineato, “l’attuazione delle politiche di coesione ha avuto dei ritardi, e la disparità tra le regioni a obiettivo competitività del nord e quelle a obiettivo convergenza del sud è aumentata”. Tuttavia, “nonostante i ritardi, i fondi strutturali hanno giocato un ruolo importante nell’assistenza alla competitività delle Regioni”. I fondi comunitari e l’azione di co-finanziamento italiana, ha aggiunto la portavoce di Hahn, “hanno controbilanciato gli effetti della crisi, attraverso investimenti nel mercato del lavoro e il sostegno alle piccole e medie imprese”. In sintesi, “in Italia abbiamo registrato enormi sforzi, ma il Paese ha davanti a sé ancora enormi sfide”.
Dati specifici non ce ne sono. La Commissione europea ha presentato solo una panoramica del funzionamento dei fondi strutturali dell’Ue negli Stati membri. La relazione sull’attuazione dei programmi della politica di coesione 2007-2013 contiene informazioni disponibili nella maggior parte dei casi aggiornate fino alla fine del 2011. Ma a Bruxelles hanno già determinato “progressi e miglioramenti per molti paesi”. Tra i risultati positivi a livello Ue, si contano ulteriori nuovi 1,9 milioni di cittadini con accesso alla banda larga, altri 2,6 milioni di cittadini allacciati alle condutture dell’acqua potabile, altri 5,7 milioni di persone che godono di progetti per il trattamento delle acque di scarico. Ancora, la Commissione Ue ha rilevato un totale parziale di 460 chilometri di strade della rete trans-europea di trasporto (Ten-T) e una rete ferroviaria di 334 chilometri. Infine, 2,4 milioni di persone assistite dal Fondo sociale europeo hanno trovato un nuovo posto di lavoro.
“Questa relazione – ha evidenziato Hahn – ci fornisce una preziosa istantanea di una politica che sta producendo risultati lungo quasi l’intero arco delle priorità Ue e investe nella crescita, un obiettivo che ha disperatamente bisogno di investimenti”. Il responsabile Ue per le Politiche regionali ha quindi invitato a fare di più e meglio. “I risultati sono a volte frammentari e gli Stati membri devono intensificare gli sforzi per far uso delle risorse Ue”.
Attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), il Fondo sociale europeo (Fse) e il Fondo di coesione, la politica di coesione dell’Ue ha destinato 347 miliardi di euro di investimenti nel paesi membri per il periodo 2007-2013, pari al 35% del bilancio totale dell’Ue riferito alla stesso periodo (975 miliardi di euro). Il rapporto pone l’accento sull’importanza delle profonde riforme attualmente negoziate tra il Parlamento europeo e i governi dell’Ue: queste interesseranno la politica di coesione nel periodo 2014-2020, compresa una concentrazione maggiormente strategica delle risorse su priorità chiave e un più forte accento sui risultati e sulla valutazione.
Renato Giannetti
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