Il vicepresidente della Commissione in Parlamento: “La supervisione unica non basta, ci vuole il meccanismo di risoluzione”. Barnier: Imparato da sbagli, in futuro procederemo più rapidamente
dall’inviato Alfonso Bianchi
Tutta colpa della fretta. È questa la tesi che il vicepresidente della Commissione europea, Olli Rehn, ha tranquillamente sostenuto nel suo discorso sulla gestione della crisi cipriota, pronunciato durante la plenaria di Strasburgo. Rehn ha ammesso che il processo che ha portato al ‘piano di salvataggio’ per Cipro è stato “ difficile e non senza errori”, ma soltanto perché “mancava tempo e si rischiava il collasso del sistema bancario”, con conseguenze in tutta l’eurozona. Il commissario ha tralasciato di dire che la crisi era nota da almeno due anni, e che si è volutamente rinviata ogni decisione per mesi e mesi, fino a dopo le elezioni presidenziali e parlamentari che hanno portato alla testa del paese l’attuale presidente Nicos Anastasiades.
Questo processo è stato però anche una lezione per l’Ue. Il vicepresidente afferma che ha lasciato due insegnamenti: il primo è che “deve essere chiara la sicurezza dei depositi”, con quelli “inferiori ai 100 mila euro devono essere garantiti”; e la seconda è che per il futuro della zona euro “l’Unione bancaria è fondamentale”. “La supervisione unica non basta, serve anche lo strumento per la risoluzione bancaria” ha specificato Rehn, e serve “urgentemente”. In questo il politico finlandese ha fatto eco all’invito fatto proprio ieri da Mario Draghi.
Il commissario responsabile degli Affari economici e monetari ha precisato però che quello che è accaduto a Cipro non si ripeterà perché “Cipro non è un modello per possibili attività future, non ci sono modelli, ogni programma può avere delle analogie ma viene fatto sulla base delle esigenze in questione”. Una cosa spesso ripetuta, ma anche per la Grecia si diceva lo stesso.
Il commissario al Mercato interno, Michel Barnier, anche lui intervenuto in Plenaria, ha spiegato che in tutte crisi ci sono 2 momenti per agire. “Il primo è quello dell’urgenza, della riparazione, della chirurgia se posso usare questo termine”. Un momento che non è privo di conseguenze spiacevoli. “A Bruxelles sappiamo gli sforzi richiesti ai cittadini” ha dichiarato. E poi c’è “il momento della prevenzione e delle lezioni da trarne”, in questo secondo momento “si colloca la mia e la vostra azione” ha affermato rivolgendosi all’Aula.
E qualcosa a suo avviso è già stato fatto. “Nell’isola c’è stata una cattiva vigilanza, e noi stiamo affidando la vigilanza unica alla Bce”, ci sono state poi troppe speculazioni “fatte per inseguire i bonus, e voi a questi avete messo un tetto con la relazione Karas”. Per questo il francese ha rivendicato nella conclusione del suo discorso: “Io non lascerò che si dica che noi non reagiamo e non impariamo. Ma è vero che possiamo procedere più rapidamente”.