Gli eurodeputati per ora rifiutano il via libera e denunciano “mancanza di cooperazione”
Semaforo verde per i conti della Commissione anche se crescono gli errori di contabilità
Scarsa cooperazione, mancanza di risposte adeguate sull’utilizzo dei fondi. Con queste motivazioni il Parlamento europeo ha rifiutato di approvare i conti del Consiglio dei Ministri per il 2011. Gli eurodeputati hanno il compito di vagliare la spesa dei bilanci annuali di tutti gli enti dell’Ue per verificare che i soldi siano stati spesi in modo corretto, determinando entrate e spese dell’anno di riferimento. Il cosiddetto discarico è un passo necessario per la chiusura formale dei conti istituzionali. L’approvazione è arrivata per le altre istituzioni e agenzie dell’Unione europea ma il Consiglio dei Ministri è stato bocciato, anche quest’anno, a causa della “mancata cooperazione”.
I deputati sperano in una mediazione da parte della Presidenza irlandese per risolvere la lunga disputa su come, in assenza di risposte adeguate del Consiglio, il Parlamento possa svolgere il suo ruolo di autorità di controllo dei conti. A questo punto, sul via libera alle spese del Consiglio, il Parlamento deciderà dopo la stesura di un secondo rapporto per il dibattito in autunno.
Semaforo verde invece per la gestione del bilancio 2011 della Commissione, anche se il Parlamento ha sottolineato che il tasso di errore di contabilità è salito al 3,9% rispetto al 3,7% dell’anno precedente.
I deputati hanno anche criticato il modo in cui il denaro è stato speso dalle autorità nazionali e regionali che condividono la gestione con l’Ue (questi fondi rappresentano l’80% del bilancio). Il 60% degli errori riscontrati nella spesa di gestione condivisa poteva essere rilevato dai sistemi nazionali di controllo, se questi funzionassero correttamente, ha affermato il Parlamento europeo, chiedendo anche alla Commissione di presentare una relazione annuale sulle somme spese impropriamente recuperate da ciascuno Stato membro.
Per valutare più chiaramente un progetto co-finanziato dall’Ue, il Parlamento ha invitato la Commissione e la Corte dei conti a concentrare la loro rendicontazione sui risultati ottenuti, oltre che sulla loro conformità giuridica. Gli eurodeputati hanno anche chiesto di porre fine ai finanziamenti “retroattivi”, cioè richieste di rimborso che arrivano solo a progetto completato. In questo caso è infatti più difficile controllarne la spesa.
L. P.