Nella scelta degli eurodeputati inaspettata vittoria del partito di opposizione di centro-destra
Alle urne solo il 21%, dimezzato il numero di votanti rispetto al referendum per l’entrata nell’Ue
Non hanno fatto in tempo a diventare uno Stato membro a tutti gli effetti, che già i Croati hanno perso interesse (e fiducia) per le Istituzioni di Bruxelles.
A dimostrarlo sono i dati delle loro prime elezioni europee, tenutesi ieri per scegliere i 12 nomi da mandare a Strasburgo. A far scalpore non è stata tanto l’inaspettata vittoria del centro-destra, quanto la scarsa affluenza dei cittadini alle urne: ha votato solo il 21% degli aventi diritto, cifre da record.
I risultati sono andati contro ogni previsione: con il 33% dei voti ha vinto l’opposizione, guidata dai conservatori dell’Hdz e che, con 6 posti, si unirà al Ppe, il Partito Popolare Europeo. Si è classificato solo secondo il partito del Premier Zoran Milanovic, con il 32% dei voti, così che saranno 5 gli eurodeputati croati a sedere tra le fila del PSE, il Partito Socialista Europeo. L’ultimo seggio è andato, infine, ai Laburisti, una piccola coalizione d’opposizione che se lo è aggiudicato con il restante 6% dei voti.
La Croazia è ormai pronta a diventare il ventottesimo Stato dell’Ue, eppure, le cose sembrano già essere cambiate rispetto al piuttosto recente gennaio 2012, quando il paese era andato alle urne per il referendum sull’ingresso nell’Unione. Solo un anno fa, infatti, la partecipazione era stata del 44% degli aventi diritto, con una vittoria schiacciante per il “sì”. Oggi invece l’interesse dei Croati è calato, il numero di votanti si è dimezzato, sino a sfiorare le cifre storiche della Slovacchia del 2009, la quale aveva stilato il record del 20% di votanti.
Le ragioni di un così scarso interesse sono diverse, secondo il filosofo Zarko Puhovski, i cittadini ”hanno capito che alle europee non si decide nulla di rilevante, e, inoltre, molti di loro guardano solamente a come arrivare a fine mese”. Anche i Croati, del resto, stanno già facendo i conti con la crisi finanziaria e, secondo molti di loro, l’ingresso nell’Ue significherà nei fatti, nient’altro che un salto a piè pari nei problemi economici dell’Europa. I motivi che giustificano lo scetticismo dei Croati non mancano, tra questi, non bisogna nemmeno dimenticare che quello dei 12 nuovi europarlamentari sarà un mandato straordinariamente corto: solo un anno. Cominceranno i lavori il primo luglio, con l’entrata ufficiale della Croazia nell’Ue, e già a maggio 2014 dovranno affrontare le nuove elezioni del Parlamento Europeo.
Camilla Tagino