Secondo l’Eurostat la media del nostro Paese è inferiore a quella degli Stati con la moneta unica
Nell’Ue cresce la retribuzione oraria, ma restano enormi disparità tra le diverse nazioni
Nel 2012, in Italia, un’ora di lavoro è stata pagata in media 27,4 euro. Più dello scorso anno ma sempre meno della media dell’Eurozona, in cui la retribuzione media oraria arriva a 28 euro. Il campo in cui invece abbiamo pochi rivali è il peso di tasse e contributi: in Italia si arriva al 27,9%, il dato più alto dell’Eurozona, dopo quello della Francia (33,6%). Siamo ben al di sopra della media dei costi non salariali nei Paesi dell’area euro: considerando i 17 ci si ferma a 26,1, calcolando tutti i 27 Paesi dell’Unione si scende addirittura a 23,7%.
A dirlo sono i dati diffusi da Eurostat, secondo cui, se il costo di un’ora di lavoro in Italia è sotto la media dell’Eurozona, siamo invece ancora sopra a quella dell’Ue: qui il dato complessivo è di 23,4 euro. Una cifra dietro a cui si nascondono le retribuzioni nazionali più disparate. Si va dai 3,7 euro della paga media oraria in Bulgaria, ai 39 euro della Svezia, dagli 8,3 della Slovacchia ai 37,2 euro del Belgio.
Tra il 2008 e il 2012, il costo orario del lavoro e’ aumentato dell’8,6% nell’Ue a 27 e dell’8,7% nella zona euro. All’interno dell’area dell’euro, i maggiori incrementi sono stati registrati in Austria (+15,5%), Slovacchia (+13,8%), Finlandia (+13,7%) e in Belgio (+13,1%). I più bassi in Portogallo (+0,4%) e Irlanda (+0,8%). In Grecia si è addirittura registrata una pesante diminuzione (-11,2%). In Italia ci siamo fermati ad un aumento dell’8,9%.
L.P.