Le rilevazioni della Commissione europea nel documento di revisione sulla situazione nei paesi membri. Nell’Ue 13 Stati con squilibri macroeconomici
L’Italia non è al sicuro, la sua economia non è solida e il rischio contagio (provocato da lei) non è scongiurato. Secondo la Commissione europea il paese di Mario Monti “resta vulnerabile a improvvisi cambiamenti del sentimento dei mercati”, e “si sottolinea la necessità di mantenere il miglioramento del bilancio in termini strutturali, così da mettere il livello del debito su un percorso costante di riduzione”. Roma paga il calo di fiducia degli investitori, “preoccupati per la sostenibilità dell’alto debito”.
In mezza Europa le cose non vanno come dovrebbero: ben tredici Stati sui ventisette dell’Ue registrano squilibri macroeconomici, e l’Italia, che è tra questi, ha anche un sistema bancario sempre più debole e in difficoltà, sempre più legato per sopravvivere agli aiuti della Banca centrale europea. E’ la fotografia scattata dalla Commissione europea nella revisione degli squilibri macroeconomici presentata oggi a Bruxelles. Belgio, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Italia, Malta, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria: sono loro i paesi a preoccupare, anche se solo per due di loro – Slovenia e Spagna – si parla di squilibri “eccessivi”. Una magra consolazione per una situazione che richiede “un monitoraggio da vicino” in tutti gli stati interessati, Italia inclusa. Qui, rileva la Commissione Ue, “le condizioni finanziarie restano deboli e le prospettive di crescita nel medio termine restano timide”. La crisi “ha ridotto la capacità dell’Italia di assorbire gli shock economici, compromettendo la capacità del settore bancario italiano di sostenere le misure necessarie” per far fronte alla situazione congiunturale avversa. Il nostro settore creditizio ha perduto l’accesso al mercato dei capitali internazionali e, con l’aumento della crisi del debito sovrano nella zona Euro, “ha accresciuto sensibilmente la propria dipendenza al rifinanziamento del sistema dell’Euro”, cioè agli interventi della Bce. Ancora, sul nostro paese pesano l’eccessivo debito pubblico e la perdita di competitività, che “restano i principali fattori di debolezza” del nostro paese.
Analoghi i problemi per gli altri. I Paesi Bassi del presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem destano preoccupazioni per il livello del debito privato e per “le inefficienze” nel settore immobiliare. Sembra profilarsi il rischio di un bolla come quella che ha colpti la Spagna. Problemi anche in Finlandia e Svezia, i paesi rigoristi di Eurozona e Ue. La Finlandia soffre la carenza di competitività a livello internazionale, con un export debole, mentre la Svezia – al pari dei Paesi Bassi – “meritano attenzione le inefficienze” del settore immobiliare e il livello di debito privato. Scarsa crescita di produttività, esportazioni deboli e non competitive, e le difficoltà legate alle “caratteristiche” del mercato immobiliare sono i problemi della Gran Bretagna, mentre la Francia accusa debolezza nel settore delle esportazioni ed elevato debito pubblico. Il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn, che parlerà oggi in tarda mattinata, ha fatto sapere che la Commissione europea elaborerà raccomandazioni specifiche “per correggere gli squilibri attuali e prevenirne di nuovi” all’interno delle raccomandazioni specifiche per paese che l’esecutivo comunitario pubblicherà il 29 maggio. Intanto i tredici paesi dovranno indicare, nei programmi nazionali di riforma da presentare a Bruxelles per fine aprile, come intendono risolvere i loro squilibri.
Ecco cosa ha detto Rehn in conferenza stampa:
“Il processo di riequilibrio è in corso, ma occorrerà ancora tempo per completare la correzione degli squilibri macroeconomici che continuano a pesare sulle nostre economie”. Per tutti i paesi l’imperativo è “continuare con le riforme strutturali”, una raccomandazione soprattutto per Slovenia e Spagna, i paesi che per la Commissione Ue rappresentano i casi forse più delicati. “La situazione in Slovenia è ancora gestibile, ma si stanno generando degli squilibri troppo grandi”, ha rilevato Rehn. “La Spagna ha avviato importanti riforme, ma deve portarle avanti”. Confermati i timori per una possibile bolla immobiliare olandese: nei Paesi Bassi, ha sottolineato Rehn, “è il mercato immobiliare a frenare la domanda interna” e avere un impatto sull’economia. Maggiori sforzi sono richiesti quindi anche al nostro paese, per cui Rehn non ha avuto problemi a spendere parole di incoraggiamento, come sempre apprezzando il governo Monti. “La strada imboccata dall’Italia è migliore di quella percorsa in passato, e il governo italiano, anche grazie all’appoggio della Commissione europea, prenderà misure che le permetteranno di uscire dalla procedura di deficit eccessivo. Credo che l’Italia ce la farà”. Ma per il nostro paese non c’è solo il problema del deficit. “Crescita e occupazione sono un fattore cruciale in Italia”, ha ricordato Rehn in un implicito invito a intervenire in questi due settori. Intanto l’esecutivo di Bruxelles plaude al decreto sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. “Sarà un grosso stimolo per il mercato italiano”, ha garantito Rehn. “Noi ci assicureremo che l’Italia rispetti il patto di crescita e stabilità”.
Renato Giannetti