Il ministro illustra alla commissione il decreto sui pagamenti dei debiti Pa: “C’è condivisione”
Sui vincoli del Fiscal compact, “per sforamenti derivanti dal provvedimento faranno eccezione”
Ci sono buone possibilità che l’Italia possa uscire dalla procedura per deficit eccessivo. È con questa speranza in tasca che il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, torna in Italia dopo avere incontrato il commissario per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn. Grilli ha detto che tra Roma e Bruxelles c’è “condivisione sull’importanza di questo intervento”. Il ministro ha illustrato al vicepresidente della commissione il contenuto del decreto varato sabato dal Consiglio dei ministri per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Un decreto che avrà ripercussioni importanti sul debito publbico del Paese che, secondo quanto ammesso dallo stesso ministro, salirà nel 2014 dal 127 al 130% del Pil.
“L’incontro è andato bene” ha spiegato Grilli alla fine dell’incontro, anticipando che, proprio grazie all’approvazione del decreto, l’Italia potrebbe essere sulla buona strada per uscire dalla procedura per deficit eccessivo, magari “tra qualche settimana”, a maggio, quando la Commissione Ue pubblicherà le previsioni economiche di primavera. “Spetta all’esecutivo prendere una decisione in questo senso, ma questo provvedimento (sui pagamenti dei debiti, ndr) è pensato proprio per raggiungere questo obiettivo”, ha detto Grilli.
Il decreto per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione quest’anno “avrà un impatto dello 0,5% sul deficit e un impatto del 2,5%-3% nei prossimi due anni”, ha calcolato il ministro. Le ricadute sul debito saranno invece nell’ordine di “venti miliardi per quest’anno e venti miliardi sul prossimo anno”. Così il debito dovrebbe però crescere e raggiungere il 130% del Pil nel 2014 (adesso è 127%). Le regole del Fiscal compact, il trattato comunitario di disciplina di bilancio, “scatteranno nel 2015”, ricorda Grilli, ma “l’aumento del debito derivante da operazioni come queste, vale a dire il pagamento di debiti già contratti, è considerata un’eccezione”, ha ricordato il titolare del Tesoro. Comunque “per un Paese indebitato come l’Italia, prima si inizia a ridurre il debito e meglio è”. Con 2mila miliardi che l’Italia deve restituire non sarà un’impresa facile.
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