Secondo la banca centrale di Francoforte le famiglie del Sud Europa sono molto più ricche
I nostri patrimoni sarebbero tre volte maggiori dei loro. Ma sullo studio piovono critiche
Altroché tedeschi, i veri ricchi d’Europa sono italiani e spagnoli. Può sembrare un’affermazione paradossale eppure nonostante crisi, disoccupazione e finanze pubbliche in condizioni precarie, i cittadini dei Paesi del sud d’Europa sarebbero ben più ricchi di quelli della forte Germania. E nemmeno di poco: il patrimonio di una famiglia tedesca sarebbe in media circa un terzo di quella di un nucleo dei Paesi meno ‘virtuosi’.
A fornire questi dati uno studio della banca centrale tedesca, effettuato sulla base di dati raccolti in un sondaggio su un campione di 3.500 famiglie e su dati statistici a disposizione della banche centrali. Risultato: secondo la Bundesbank il patrimonio medio di una famiglia tedesca ammonta a circa 51.400 euro. Una cifra di gran lunga inferiore a quella dell’Italia, dove la ricchezza media per famiglia sarebbe di ben 163.900 euro, e della Spagna, dove si arriva a 178.300 euro.
Lo studio mette in evidenza una distribuzione diseguale della ricchezza tedesca: qui il 10% delle famiglie possiede circa il 60% della ricchezza, mentre il 73% dei nuclei familiari ha un patrimonio privato di molto inferiore rispetto alla media dell’Eurozona. Situazione ben diversa da quella dei paesi mediterranei dove, secondo i banchieri, le famiglie sono molto più ricche.
A motivare i risultati dell’analisi della Bundesbank, che hanno suscitato non poco stupore, soprattutto il fatto che avere una casa di proprietà in Germania è molto meno comune che negli altri Paesi. Secondo i dati, in Italia il 68,4% delle famiglie possiede un’abitazione, in Spagna l’82,7%, mentre in Germania ci si ferma al 44,2%. C’è poi la differenza tra Germania dell’Ovest e dell’Est. Il patrimonio delle famiglie della parte orientale è in media quattro volte inferiore a quello di chi abita nell’Ovest del Paese.
Sullo studio si sta abbattendo però una pioggia di critiche, soprattutto dal punto di vista metodologico. I dati relativi all’Italia si riferiscono al 2010, quelli della Spagna riguardano il 2008 (prima che scoppiasse la bolla immobiliare), mentre l’analisi dei patrimoni privati tedeschi si basa su un sondaggio composto su un campione di 3656 nuclei familiari interrogati tra il 2010 ed il 2011. Secondo i critici insomma i dati sarebbero difficilmente paragonabili.
Il sito online del giornale Spiegel definisce lo studio non corretto, elencando una serie di problemi metodologici: dal perimetro incompleto per definire il patrimonio alle date di riferimento differenti. E anche il tabloid Bild si chiede se i calcoli siano davvero giusti.
Letizia Pascale