Il presidente del Cime che ha incontrato il segretario Pd nelle consultazioni: “Bersani molto chiaro, concreto e netto sulle questioni Ue. Se andasse a Palazzo Chigi avrebbe la volontà e l’impegno per promuovere atti di discontinuità federalista con le politiche di Berlusconi e Monti”
Le tante consultazioni avute in questi giorni con partiti, movimenti e associazioni non sono riuscite a dare a Pier Luigi Bersani la sicurezza di potersi presentare alle Camere e ottenere la fiducia per il suo Governo. Il segretario del Pd ha ricevuto (ed è la prima volta da parte di un premier incaricato) anche i movimenti federalisti europei, a rappresentarli, tra gli altri, c’era Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio italiano del Movimento europeo.
Come giudica questo incontro?
“Molto cordiale, abbiamo parlato per circa mezz’ora. Bersani ci ha esposto il suo metodo di lavoro e le sue priorità. Al centro del suo programma ci sono l’Europa politica e il lavoro”
Qual è la prima cosa che lei gli ha detto?
“Beh in realtà vista la disposizione dei posti gli ho fatto notare che mi sembrava di essere a un esame”
E lui?
“Mi ha detto sorridendo: non so chi esamina chi”
Poi di cosa avete parlato?
“Gli abbiamo detto che l’Italia ha bisogno con urgenza di un governo stabile e autorevole per fare le riforme nel Paese ed essere forte in Europa. Qui soprattutto è necessario promuovere un vero piano di crescita e di sviluppo, e su questo punto gli abbiamo elencato le nostre proposte. Gli abbiamo detto poi che bisogna combattere i populismi anti-europei creando uno spazio pubblico di dibattito e di proposta, come le assise interparlamentari che si svolsero a Roma nel novembre 1990”.
Cosa vi ha risposto?
“Ha concordato con le nostre priorità aggiungendo che è essenziale che i partiti europei presentino un loro candidato alla guida del ‘governo dell’Europa’”.
Secondo il segretario Pd chi dovrebbe essere questo candidato?
“Per Bersani il Pse potrebbe organizzare delle primarie per sceglierlo”
Come giudica la sua visione dell’Europa?
“È stato molto chiaro, concreto e netto sulle questioni europee e pensiamo che se riuscisse a diventare premier avrebbe la volontà e l’impegno per promuovere atti di discontinuità federalista con le politiche dei governi Berlusconi e Monti”.
Al momento però le possibilità che il prossimo Governo venga guidato da lui sembrano davvero pochissime. Quale potrebbe essere l’alternativa secondo lei?
“Ci vorrebbe una personalità di alto profilo istituzionale, al di fuori dei partiti che oggi siedono in parlamento, con una forte credibilità internazionale e europea. Azzardo due nomi Giuliano Amato o Emma Bonino, affiancati da ministri non solo tecnici ma anche politici, capaci di ottenere una fiducia coerente con la necessità di riforme interne (giustizia, corruzione, costi della politica, costituzione ma anche lavoro e beni comuni) e con la priorità europea”.
Alfonso Bianchi