Le restrizioni imposte per evitare le fughe dei capitali dalla supertassa del piano di salvataggio
La Commissione dà l’ok: “È permesso per ragioni imperative di interesse pubblico generale”
Il blocco dei conti di Cipro e le restrizioni ai movimenti di capitali sono da considerarsi misure del tutto eccezionali, e solo in quanto tali hanno ricevuto il via libera di Bruxelles. Nei giorni caldi in cui si discuteva il piano di salvataggio per l’isola, Nicosia ha stabilito diverse blocchi ai conti correnti dell’isola per impedire lo spostamento di capitali all’estero, in fuga dalla supertassa da 30%, come richiesto da piano di salvataggio della Troika. Una fuga che, secondo la Commissione, avrebbe portato “al collasso degli istituti di credito, e il rischio immediato di destabilizzazione completa del sistema finanziario del Paese”.
Ma la libera circolazione dei capitali, come quello delle merci e delle persone, è uno dei valori fondanti dell’Ue, e per questo la Commissione ha voluto tranquillizzare coloro che si sono preoccupati per quello che ritengono essere un pericoloso precedente. “Gli Stati membri possono introdurre restrizioni ai movimenti di capitali, compresi i controlli di capitale, in determinate circostanze e a condizioni rigorose per motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza – si legge in una nota di palazzo Berlaymont – Conformemente alla giurisprudenza della Corte di giustizia europea, le misure possono anche essere introdotte per ragioni imperative di interesse pubblico generale”. E, appunto, “nelle attuali circostanze, la stabilità dei mercati finanziari e del sistema bancario a Cipro costituisce un motivo imperativo di interesse pubblico e di ordine pubblico che giustifica l’imposizione di restrizioni temporanee sui movimenti di capitale”. La nota precisa anche che “tale deroga al principio della libera circolazione dei capitali deve essere interpretata in modo molto restrittivo e non discriminatorie, adeguato, proporzionato e applicato per il periodo più breve possibile”.
Bruxelles ha annunciato che le misure resteranno in vigore ancora per 7 giorni perché, conclude la nota “ la libera circolazione dei capitali dovrebbero essere ripristinato al più presto nell’interesse dell’economia cipriota e del mercato unico dell’Unione europea nel suo complesso”.
A. B.
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