Secondo l’eurodeputato Scottà (Eld) “non sono chiari gli effetti sulla salute dei consumatori”
Potrebbe causare tumori o avvelenamenti, manca anche una classificazione merceologica
Forse le sigarette elettroniche possono far passare il vizio di quelle di tabacco, ma intanto si alimentano forti dubbi sulla loro nocività. La vendita è ancora troppo poco disciplinata, in Italia l’unico divieto è l’acquisto da parte di minori di sedici anni, ma non si sa se si tratta di articoli da fumo, di alimenti, di farmaci o cosa.
Dunque regole sulla vendita e la lavorazione di questi prodotti e dei derivati del tabacco sono state chieste in Commissione Agricoltura dl Parlamento europeo, in un dibattito con la Direzione generale per la Salute e i Consumatori della Commissione.
Giancarlo Scottà, eurodeputato della Lega Nord, sostiene che sia necessario “disciplinare la normativa legislativa che regola la lavorazione e la vendita delle sigarette elettroniche, stabilendo chiare soglie di concentrazione di nicotina che, oltre a permetterne una migliore classificazione, come prodotti farmaceutici, ne garantirebbe la vendita solo in negozi autorizzati”. Se, infatti, è incontestabile l’effetto sul fumatore accanito che finalmente riesce a rallentare o fermare il vizio, non è però altrettanto certo che non ci rimetta comunque in salute a lungo andare con il vapore che respira.
È difficile per ora trovare riscontri, ma dagli studi condotti è stato notato che dopo dieci minuti di sigaretta elettronica può verificarsi il broncospasmo, ossia un aumento delle resistenze delle vie aeree. Negli Stati Uniti la Food and Drug Administration, l’ente federale che regola la vendita dei farmaci, (le e-cig lì rientrano in questa categoria), sostiene che oltre a dosi basse di nicotina la sigaretta elettronica contiene anche tossine e altre sostanze che possono provocare tumori. Ma sicuramente in dosi minori rispetto alle normali sigarette. Anche quel minimo che potrebbe eventualmente essere incriminato per nocività legata alle sostanze usate per creare il vapore raggiunge comunque una tossicità almeno mille volte inferiore a quella delle sigarette tradizionali. “Chiunque passi dal tabacco alla sigaretta elettronica perciò guadagna in salute”, ha recentemente sostenuto Lorenzo Corbetta, pneumologo, professore associato di Malattie dell’apparato respiratorio presso l’Università degli Studi di Firenze. Ma questi prodotti dovrebbero però esser venduti in farmacia come avviene per tutti i sostitutivi della nicotina.
“Permettere la vendita di sigarette elettroniche in vari tipi di attività commerciali, in base alla diversa concentrazione di nicotina – ha dichiarato Scottà in Commissione Agricoltura – rischia di creare confusione fra i consumatori”. L’europarlamentare leghista ha chiesto quindi che “la Commissione faccia indagini più approfondite sugli additivi delle sigarette elettroniche e sui liquidi utilizzati per il loro funzionamento, di cui va anche accertata la provenienza”. In caso di guasti, ha precisato, “non sono chiari gli effetti, sulla salute dei consumatori, che potrebbero addirittura causare un avvelenamento da nicotina”.
Scottà ha anche sottolineato la perdita che subirebbero le casse statali, qualora queste sigarette riuscissero a rimpiazzare, a livello di consumo, quelle classiche, dal momento che i dispositivi elettronici sono sprovvisti di accise. “Bisognerebbe pensare a come coprire un eventuale calo, ed è anche per questo che l’Europa – ha concluso – prima di autorizzarne la commercializzazione, dovrebbe rivederne la disciplina legislativa”.
Irene Giuntella
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