Per l’amministratore delegato, Fulvio Conti, l’unica risposta alle sfide di oggi è l’innovazione
Il ministro della Ricerca Profumo: “Abbiamo lavorato per allineare l’Italia al resto dell’Ue”
Ricerca e innovazione: la risposta dell’Europa alla crisi economica globale deve necessariamente passare anche da qui. È un messaggio chiaro quello che Enel lancia da Bruxelles dove il gruppo ha presentato al Parlamento Europeo la sua fondazione, nata lo scorso anno in occasione del suo cinquantenario. Se si continua a puntare solo su misure di austerità, mette in guardia l’amministratore delegato del gruppo, Fulvio Conti “il rischio è condannare l’Europa a un rallentamento” quando invece “il mondo non aspetta”. Le economie emergenti continuano a crescere, l’urbanizzazione aumenta e ci si trova ad agire in un mondo sempre più globalizzato: “L’unica risposta – continua Conti – è l’innovazione”.
Per questo Enel ha dato vita a un’organizzazione no-profit per studiare e promuovere, nel settore energetico, attività di ricerca e di training e iniziative sui temi dell’innovazione. Un’attività tanto più necessaria in Italia, dove il settore della ricerca registra non poche lacune rispetto agli altri Paesi europei, come ha spiegato il ministro della Ricerca, Francesco Profumo intervenendo all’iniziativa. “Nel corso di questo anno e mezzo – assicura però il ministro – abbiamo avviato un processo che ci permetterà di allinearci all’Ue”.
Per farlo, secondo Profumo, occorrerà una piattaforma con sei elementi prioritari e cioè la “valorizzazione dell’impegno e delle capacità, una migliore attività di reclutamento, una maggiore trasparenza, più attenzione al tempo, più semplificazione e la valorizzazione del sistema di valutazione”. Per il ministro i nostri punti deboli sono la mancanza di trasparenza nella pubblicazione dei dati e la difficoltà a rispettare le scadenze. Quando ci sono dei bandi, lamenta, “ricevo migliaia richieste per la stessa cosa: una proroga”. E poi serve più semplificazione, con l’eliminazione di quei bandi che “sembrano scritti per escludere qualcuno”. Su questo si è cominciato a lavorare, assicura Profumo, per “allenarci in vista della grande competizione del 2014-2020, ovvero il programma di ricerca europeo Horizon 2020”. Non solo: sono stati investiti “circa 2,5 miliardi” per promuovere il partenariato pubblico-privato e una serie di bandi per comunità e città intelligenti.
Un impegno riconosciuto dall’Europa. La commissaria alla Ricerca, Màire Geoghegan-Quinn sottolinea il “ruolo chiave” di Enel a favore dell’innovazione e l’impegno che l’Italia sta ponendo nel tentativo di “riformare l’architettura della politica energetica” del Paese. L’intento comune, sprona, deve essere “implementare il settore della ricerca europeo”, “incoraggiare i ricercatori a rimanere in Europa e fare tornare chi è all’estero”.
Certo, la strada è lunga. “Dobbiamo renderci conto che l’energia è materia comunitaria, solo una politica europea potrà dare una soluzione ai problemi emergenti”. Ne è convinta la presidente della commissione Industria e ricerca del Parlamento Europeo, Amalia Sartori, anche se, dice: “Mi chiedo sempre se sia più facile lavorare agli Stati uniti d’Europa o al mercato unico dell’energia”.
Letizia Pascale