Bruxelles – Il Presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, aveva definito un “errore” tassare i piccoli risparmiatori, nel primo piano di salvataggio di Cipro. E così la nottata di discussioni tra i ministri dei Paesi euro ha portato a un nuovo accordo, basato sulla proposta della Troika (Commissione, Bce e Fondo monetario), in cui i risparmi fino a 100mila euro non verranno toccati.
Secondo quanto spiegato da Dijsselbloem, per ottenere il prestito da 10 miliardi di euro, Nicosia si impegna a “un programma di consolidamento dei conti, riforme e privatizzazioni”. Nello specifico, la banca Laiki, secondo istituto del Paese, e tra i maggiormente colpiti dalla crisi, sarà divisa in due, una bad bank che fallirà, e una good bank i cui asset, insieme alla liquidità d’emergenza della Bce (Ela) che deve essere restituita, finiranno nella Banca di Cipro. I conti oltre i 100mila euro di quest’ultima saranno tassati probabilmente fino al 30%, permettendo di incassare 4,2 miliardi di euro, ma tutte le altre banche del Paese non saranno toccate dai provvedimenti. I 10 miliardi del prestito non saranno però utilizzati per la Banca di Cipro dove comunque, come ha spiegato Dijsselbloem, “sarà necessaria una ricapitalizzazione”.
“È un intervento duro, ma sempre meglio di un fallimento, che avrebbe portato a perdere la totalità dei propri risparmi” ha dichiarato Michel Barnier, commissario al Mercato Interno. Secondo Barnier è importante che “i conti dei piccoli risparmiatori non siano stati toccati. Il messaggio deve essere chiaro, i risparmi sotto i 100mila euro in tutta l’Ue sono e saranno sempre tutelati”. Il commissario ha anche spiegato che il blocco dei movimenti dei capitali dall’isola, resosi necessario per impedire fughe di denaro per sfuggire alla tassazione, è un provvedimento “eccezionale e temporaneo”, e per questo in linea con i Trattati
“Ci siamo trovati in una situazione in cui non c’erano più soluzioni ottimali, ma solo scelte difficili”, scelte che porteranno “a un futuro duro per Cipro e il suo popolo”, ha ammesso il vicepresidente della Commissione, Olli Rehn, che ha però promesso: “Faremo tutto il possibile per alleviare le conseguenze sociali di questo shock economico e per aiutare le fasce sociali più vulnerabili”.
Per raggiungere questo obbiettivo il Presidente José Manuel Barroso ha proposto di istituire una task force ad hoc che avrà la sua base a Bruxelles ma lavorerà insieme a un team proveniente da Nicosia. “Mobiliteremo fondi Ue per supportare le autorità cipriote nel loro sforzo di ristabilire la stabilità finanziaria, economica e sociale” ha dichiarato Barroso. Questa task force sarà concentrata, secondo il Presidente, su lavoro, competitività e crescita, e darà dei rapporti quadrimestrali sia a Nicosia che a Bruxelles. Lavorerà inoltre sotto la supervisione di Rehn e sarà collegata a quella per la Grecia. E non a caso, le due crisi sono strettamente collegate, le speculazioni finanziarie delle banche cipriote, che dovevano finanziare ai propri clienti tassi folli fino al 5%, si erano concentrate in passato sugli istituti di Atene. Crollati gli uni, si sono portati dietro gli altri.
Il sistema cipriota sarà quindi ricostruito dalle basi. “Non è possibile avere istituti finanziari che gestiscano fondi superiori al Pil nazionale come accadeva a Nicosia”, ha sottolineato Barnier secondo cui l’entrata in vigore del meccanismo unico di supervisione bancaria aiuterà a fare in modo che una crisi del genere non si ripeta più: “In passato non abbiamo controllato a dovere l’evolversi della situazione, ma se avessimo avuto già a disposizione questo strumento di controllo affidato alla Bce, tutto questo non sarebbe accaduto”.
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