Bruxelles – Il Presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, aveva definito un “errore” tassare i piccoli risparmiatori, nel primo piano di salvataggio di Cipro. E così la nottata di discussioni tra i ministri dei Paesi euro ha portato a un nuovo accordo, basato sulla proposta della Troika (Commissione, Bce e Fondo monetario), in cui i risparmi fino a 100mila euro non verranno toccati.
Secondo quanto spiegato da Dijsselbloem, per ottenere il prestito da 10 miliardi di euro, Nicosia si impegna a “un programma di consolidamento dei conti, riforme e privatizzazioni”. Nello specifico, la banca Laiki, secondo istituto del Paese, e tra i maggiormente colpiti dalla crisi, sarà divisa in due, una bad bank che fallirà, e una good bank i cui asset, insieme alla liquidità d’emergenza della Bce (Ela) che deve essere restituita, finiranno nella Banca di Cipro. I conti oltre i 100mila euro di quest’ultima saranno tassati probabilmente fino al 30%, permettendo di incassare 4,2 miliardi di euro, ma tutte le altre banche del Paese non saranno toccate dai provvedimenti. I 10 miliardi del prestito non saranno però utilizzati per la Banca di Cipro dove comunque, come ha spiegato Dijsselbloem, “sarà necessaria una ricapitalizzazione”.
![Christine Lagarde, Jeroen Dijsselbloem e Olli Rehn](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2013/03/eurogruppo-300x126.jpg)
“È un intervento duro, ma sempre meglio di un fallimento, che avrebbe portato a perdere la totalità dei propri risparmi” ha dichiarato Michel Barnier, commissario al Mercato Interno. Secondo Barnier è importante che “i conti dei piccoli risparmiatori non siano stati toccati. Il messaggio deve essere chiaro, i risparmi sotto i 100mila euro in tutta l’Ue sono e saranno sempre tutelati”. Il commissario ha anche spiegato che il blocco dei movimenti dei capitali dall’isola, resosi necessario per impedire fughe di denaro per sfuggire alla tassazione, è un provvedimento “eccezionale e temporaneo”, e per questo in linea con i Trattati
“Ci siamo trovati in una situazione in cui non c’erano più soluzioni ottimali, ma solo scelte difficili”, scelte che porteranno “a un futuro duro per Cipro e il suo popolo”, ha ammesso il vicepresidente della Commissione, Olli Rehn, che ha però promesso: “Faremo tutto il possibile per alleviare le conseguenze sociali di questo shock economico e per aiutare le fasce sociali più vulnerabili”.
Per raggiungere questo obbiettivo il Presidente José Manuel Barroso ha proposto di istituire una task force ad hoc che avrà la sua base a Bruxelles ma lavorerà insieme a un team proveniente da Nicosia. “Mobiliteremo fondi Ue per supportare le autorità cipriote nel loro sforzo di ristabilire la stabilità finanziaria, economica e sociale” ha dichiarato Barroso. Questa task force sarà concentrata, secondo il Presidente, su lavoro, competitività e crescita, e darà dei rapporti quadrimestrali sia a Nicosia che a Bruxelles. Lavorerà inoltre sotto la supervisione di Rehn e sarà collegata a quella per la Grecia. E non a caso, le due crisi sono strettamente collegate, le speculazioni finanziarie delle banche cipriote, che dovevano finanziare ai propri clienti tassi folli fino al 5%, si erano concentrate in passato sugli istituti di Atene. Crollati gli uni, si sono portati dietro gli altri.
Il sistema cipriota sarà quindi ricostruito dalle basi. “Non è possibile avere istituti finanziari che gestiscano fondi superiori al Pil nazionale come accadeva a Nicosia”, ha sottolineato Barnier secondo cui l’entrata in vigore del meccanismo unico di supervisione bancaria aiuterà a fare in modo che una crisi del genere non si ripeta più: “In passato non abbiamo controllato a dovere l’evolversi della situazione, ma se avessimo avuto già a disposizione questo strumento di controllo affidato alla Bce, tutto questo non sarebbe accaduto”.
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