La crisi economica e i tagli al bilancio colpiscono prima di tutti la madre lavoratrice
Il Cese chiede ai Paesi membri di includere politiche di genere nei loro piani nazionali
Il Comitato Economico e Sociale europeo chiede ai Paesi membri dei piani nazionali per una crescita intelligente, piani che siano implementati con fondi Ue. “La dimensione di genere viene declinata culturalmente in modi diversi in paesi diversi. Ciò che è certo è che la remunerazione delle donne è sempre inferiore a quella degli uomini, e nessuno sa spiegarne il motivo”. Così Joost Van Iersel, presidente del Comitato direttivo del programma “Europa 2020”, si è espresso in apertura della conferenza “La dimensione di genere nella Strategia Europa 2020”, un dibattito volto a fare il punto sul processo di avanzamento delle politiche sociali per la parità di trattamento tra i sessi.
Il programma pone una serie di obiettivi per la crescita sostenibile (tra i quali impiego, innovazione, educazione, inclusione sociale, clima ed energia), per questo è fondamentale, secondo Van Iersel, che ai fini di un “livellamento di situazioni culturali molto eterogenee” gli Stati membri recepiscano e incorporino la “Strategia per l’eguaglianza tra uomo e donna” nei propri Piani di Riforma Nazionali, che ne sono al momento privi. Senza un adeguato coordinamento degli sforzi a livello nazionale, regionale ed europeo si teme che in un momento di “debolezza” economica come quello attuale, siano sempre le donne a pagare il prezzo della crisi.
Secondo il Cese gli ingenti tagli e le politiche di Austerity non farebbero che aggravare la già precaria condizione della madre lavoratrice, incidendo su benefits, sussidi e i diversi aiuti previsti dalle politiche sociali. Il rischio, in un momento economico come quello attuale, è che il sistema familiare venga ricondotto ad un’organizzazione ‘tradizionale’, in senso di retrograda, dei ruoli.
Sarebbe un enorme passo indietro che la Strategia 2020 deve evitare attraverso interventi tra gli enti locali. Come quello di istituire corsi di avvicinamento alle nuove tecnologie informatiche e di perfezionamento in materie come le scienze e la tecnica, che generalmente tagliano fuori il pubblico femminile accordando una netta preferenza ai colleghi uomini. Si tratta invece di campi che se aprissero le porte al “gentil sesso” andrebbero ad integrare quella la “crescita intelligente attraverso il consolidamento dell’innovazione”.
Questi obiettivi però, ha sottolineato la relatrice del Cese, Joana Agudo, possono essere raggiunti solo attraverso un accorto impiego dei sussidi comunitari “per garantire la coesione sociale”. Da qui la raccomandazione che, nonostante il Consiglio Europeo abbia adottato “un budget restrittivo”, il prossimo bilancio pluriennale 2014 – 2020 renda disponibile anche una cospicua parte di fondi indirizzati all’avanzamento della posizione femminile.
Loredana Recchia