Il leader dei curdi del Pkk dal carcere dice: “Facciamo tacere le armi, lasciamo parlare le idee”
L’Alto Rappresentante Ashton: “Pronti ad attivare gli strumenti di assistenza pre adesione”
L’Ue ha accolto con favore la richiesta della fine delle ostilità armate con la Turchia fatta ieri da Abdullah Ocalan, il leader del Pkk, il partito del lavoratori del Kurdistan. Nel giorno del Newroz, il capodanno curdo, Ocalan, che dal 1999 si trova in carcere sull’isola-prigione di Imrali, con un messaggio che è stato letto nella ‘capitale’ del Kurdistan turco, Diyarbakir, ha così esortato i suoi: “Facciamo tacere le armi, lasciamo parlare le idee”. Il leader del Pkk, che sta scontando una condanna a morte per terrorismo poi commutata in ergastolo, a dicembre ha avviato una trattativa di pace con il governo turco, attraverso il capo dei servizi segreti del Mit Hakan Fidan.
“Diamo il benvenuto alla chiamata del Pkk a deporre le armi e a ritirarsi oltre i confini della Turchia e alle reazioni positive a quella chiamata. Si tratta di un ulteriore importante passo in avanti nel processo in corso volto a far cessare un conflitto che ha causato troppe vittime. Speriamo di vedere presto un seguito concreto e un’attuazione di queste parole”, hanno scritto in una nota congiunta Catherine Ashton, Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e Štefan Füle, Commissario per l’allargamento e la politica europea di vicinato. “L’Ue ha ripetutamente invitato tutte le parti a lavorare incessantemente per portare la pace e la prosperità per tutti i cittadini della Turchia” si legge nella nota che conclude: “L’Unione europea dà il suo pieno sostegno a questo processo ed è pronta ad aiutare, anche attraverso gli strumenti di assistenza pre adesione”.
Anche la reazione del governo di Ankara è stata positiva: il ministro degli Interni turco, Muammer Guler, ha detto che “il linguaggio usato è quello della pace” aggiungendo di attendere “le conseguenze pratiche” dell’annuncio di Ocalan. Lo stesso Murat Karayilan, capo militare del Pkk e numero due del partito, ha detto di voler accogliere l’invito del leader in prigione.