Fuggono da guerre e persecuzioni ma non sono accolti, spesso a causa di regole non uniformi
In Italia 21.705 domande, positive solo il 36%. La maggior parte va in Germania, Francia e Svezia
Cresce il numero di richiedenti asilo nell’Unione europea. Solo nel 2012 le domande sono state 332 mila, 332mila persone che hanno dichiarato di fuggire da guerre o persecuzioni e hanno chiesto protezione a uno degli Stati membri. Ma non sono molti quelli che l’hanno ottenuta, secondo i dati pubblicati dall’Eurostat, la media delle domande respinte in prima istanza (i richiedenti hanno la possibilità di fare ricorso) è del 73,4%. Al 14% è stato concesso lo status di rifugiato politico, al 10 quello della protezione sussidiaria e al 2 il permesso di soggiorno per ragioni umanitarie. La ‘protezione sussidiaria’ viene concessa a persone che non si possono definire rifugiati politici ma che comunque correrebbero grossi rischi a tornare nel proprio Paese di origine, mentre la protezione umanitaria viene data ad esempio a chi non può essere allontanato per motivi di salute ai minori non accompagnati.
L’Italia, che adesso ha anche una Presidente della Camera che ai diritti dei rifugiati ha dedicato una vita di battaglie, è sotto la media europea dei respingimenti. A fronte di 21.705 domande presentate nel 2012, 13.900 (il 64%) sono state le risposte negative. Il maggior numero di domande è stato registrato in Germania (77 500 richiedenti, il 23% dei totali), seguita dalla Francia (60 600, pari al 18%), Svezia (43 900, pari al 13%), Regno Unito (28 200 , 8%) e Belgio (28 100, 8%). Solo questi cinque Stati membri hanno ricevuto quindi il 70% di tutte le domande dell’Ue. Per capire come sia possibile bisogna ricordare che la legislazione comunitaria in materia di asilo politico, il Regolamento Dublino II, fortemente criticato dalle associazioni umanitarie, afferma che la richiesta di Asilo politico deve essere necessariamente inoltrata al Paese in cui il migrante è arrivato. Questo vuol dire che chi approda con un barcone in Grecia dovrebbe indirizzare ad Atene la sua richiesta, ma spesso, per ignoranza delle regole, per paura di ricevere un rifiuto o semplicemente perché si cerca un Paese più ricco dove poter aspirare a una vita migliore, gli extracomunitari vanno da un’altra parte. E non a torto, ad esempio la Grecia, in cui la crisi economica non sta certo aiutando a migliorare l’accoglienza del Paese, a fronte di 11.195 richieste nel 2012, ha risposto con addirittura 11.095 rifiuti, ovvero quasi il 100%. Non sempre però provare in un’altra nazione è una scelta fortunata, se in Svezia infatti il 40% dei rifugiati viene accolto, la Francia decide di aiutare solo un misero 14,5 % di richiedenti e la Germania il 30.
L’Ue sta discutendo l’istituzione di un Sistema europeo comune di asilo (Seca) che dovrebbe portare alla graduale convergenza tra gli Stati membri attraverso norme minime condivise e procedure armonizzate per assicurare ai richiedenti il pari trattamento e le stesse possibilità di ricevere un aiuto. In qualsiasi nazione arrivino.
Alfonso Bianchi