Al termine del settimo round del dialogo mediato dall’Ue sempre gli stessi temi restano sul tavolo. Lo stallo sembra diventare permanente.
L’accordo non c’è, una svolta chiara nemmeno. Neanche questa volta, neanche dopo oltre 12 ore di trattative interrotte e riprese per tutta la giornata di ieri tra il primo ministro di Pristina, Hashim Thaci e quello di Belgrado, Ivica Dacic, per il momento è ancora nulla di fatto. Al termine del settimo round del dialogo mediato dall’Ue tra Serbia e Kosovo, un accordo tra le parti non è “né vicino né lontano”. Lo ha detto chiaramente il premier serbo, raffreddando gli entusiasmi dell’Alto rappresentante per la politica estera comunitaria, Catherine Ashton che, poco prima di lui, aveva parlato di una soluzione “molto vicina”.
Il nodo più intricato da sciogliere resta quello del Nord del Kosovo, a maggioranza serba, e del livello di delega esecutiva da concedere alle municipalità serbe parallele che si sono costituite in quest’area. Ma dei progressi sono stati fatti, assicura Ashton lodando i due premier per il loro “spirito di apertura e la loro determinazione”. A questo punto l’accordo potrebbe arrivare nel corso di una “riunione conclusiva”, in programma il 2 aprile, prima della quale i capi di governo avranno delle consultazioni interne. Un risultato in questa direzione potrebbe permettere alla Serbia di ottenere il via libera all’inizio dei negoziati di adesione. Ma anche per il Kosovo sarebbe una tappa importante verso l’avvio delle trattative per la conclusione dell’Accordo di stabilizzazione e associazione con l’Unione Europea.
Ma se la Serbia punta all’accordo, ha assicurato Dacic, è per la stabilità della regione e per il bene dei cittadini, non per ottenere una data di inizio dei negoziati di adesione. “Esistono ancora delle differenze – ha aggiunto –, in particolare sul tema dell’associazione di comuni serbi in Kosovo, ma posso dire che in questi sette incontri abbiamo costruito le basi per rispettare gli accordi e risolvere le questioni più difficili”. Da Belgrado dunque l’impegno per raggiungere un “compromesso” con Pristina c’è. E anche il Kosovo attende “una soluzione nei prossimi giorni per la normalizzazione delle relazioni”, risponde dal canto suo Thaci.
Il termine ultimo per trovare un accordo sulla normalizzazione delle relazioni tra i due paesi scadrà quando l’Alto rappresentante Ashton stilerà ad aprile il suo rapporto sul dialogo. Il buon esito delle trattative influenzerà anche la riunione dei ministri degli Esteri degli stati membri dell’Ue prevista il 22 aprile, che a sua volta fungerà da base per la decisione finale del Consiglio europeo di giugno sul percorso europeo di Pristina e Belgrado.
Letizia Pascale