Per due eurodeputati Verdi nell’inchiesta che portò alle dimissioni del commissario l’agenzia avrebbe utilizzato metodi irregolari, da intercettazioni illegali al pilotaggio delle testimonianze
Lo scandalo del tabacco svedese sembra non avere fine, lo scorso ottobre ha portato alle dimissioni forzate del commissario alla salute John Dalli e adesso fa tremare chi su Dalli aveva indagato: l’Olaf, l’Agenzia anti-frode europea, diretta dall’italiano Giovanni Kessler.
Secondo due eurodeputati del movimento dei Verdi, il francese José Bové e il belga Bart Staes, per portare avanti l’inchiesta l’agenzia avrebbe utilizzato metodi irregolari, dalle intercettazioni illegali al pilotaggio delle testimonianze.
Alle accuse dei verdi hanno presto fatto seguito quelle del Ppe, il Partito Popolare Europeo, che per voce di Inge Graessler ha chiesto le dimissioni dello stesso Kessler. “è stato dimostrato – ha dichiarato la portavoce, riferendosi alle precedenti accuse fatte dagli eurodeputati ecologisti – che Swedish Match – la compagnia di tabacco svedese coinvolta nello scandalo – è stata spinta dall’Olaf a fare false dichiarazioni davanti al Parlamento”.
L’agenzia anti-frode ha presto smentito tutte le accuse, basate, oltretutto, su un rapporto il cui contenuto è coperto dal segreto istruttorio, e ha ricordato il pericolo che si corre quando “interferenze politiche possono influire sull’indipendenza di giudici e autorità investigative”.
L’agenzia anti-frode, in quanto organo indipendente, è soggetta solo alla giurisdizione della Corte europea di Giustizia e spetta solo a quest’ultima decidere se nello svolgersi dell’inchiesta si siano verificate, o meno, violazioni.
Nel frattempo il Parlamento farà la sua parte e i Verdi hanno già chiesto che venga istituita una commissione speciale di inchiesta sull’operato delle lobby nelle istituzioni dell’Unione europea, in particolare, proprio per quella del tabacco.
Camilla Tagino
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