Bruxelles – La gestione della crisi cipriota è stata sbagliata. Ad ammetterlo è lo stesso presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, in un’audizione alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo. “Sui piccoli risparmiatori abbiamo commesso un errore e me ne assumo tutte le responsabilità – ha dichiarato ai deputati – È stata una decisione congiunta che difendo perché era necessaria”. Quello che ha spaventato di più i cittadini europei e la Camera cipriota che ha bocciato il testo, è stato che il prelievo forzoso, una sorta di patrimoniale, si sarebbe applicato ai conti dei più ricchi, ma ancheal 6,75% ai conti fino a 100mila euro, quelli dei piccoli risparmiatori. Conti sui quali in gran parte d’Europa vige una garanzia che afferma che se l’istituto fallisce, il correntista non perde i suoi soldi e riceve un indennizzo. Questa garanzia è percepita come una sorta di ‘intoccabilita’ di questi conti, che con questo precedente verrebbe invece violata.
Per salvare il suo sistema bancario in difficoltà, Cipro ha bisogno di 17 miliardi di euro, ma solo dieci possono arrivare da un piano di salvataggio europeo, (che poi non è nient’altro che un prestito). E questo, secondo Dijsselbloem, per due ragioni principali. La prima è che “il Paese deve essere in grado di restituirlo, il suo debito deve essere sostenibile e quindi il rapporto con il Pil non può essere superiore a 100”. Mentre con un prestito di 17 miliardi il rapporto deficit Pil schizzerebbe al 160%. La seconda ragione è che “abbiamo deciso di far ricadere gli oneri anche sui risparmiatori non risiedenti, e sappiamo che a Cipro ce ne sono molti”, la maggior parte dei quali provenienti dalla Russia. Secondo quanto riferito dal presidente, l’Eurogruppo “ha analizzato diverse tasse, molte avrebbero riguardano la popolazione locale mentre per noi era importante chiedere anche ai non residenti e questo era l’unico modo”.
Per evitare rischi futuri c’è bisogno anche di riforme strutturali, in un Paese in cui il riciclaggio di denaro sporco sembra essere una piaga molto diffusa. “Gli errori sono stati fatti dalle banche che devono essere ricapitalizzate ma anche ridotte di grandezza e obbligate ad adottare modelli di gestione più sani. Dobbiamo controllare che a Nicosia vengano applicate le norme anti-riciclaggio” ha spiegato Dijsselbloem.
Gli eurodeputati si sono detti preoccupati per eventuali ripercussioni su tutta l’Ue dell’ennesima crisi di uno Stato membro. “Sicuramente vi è un rischio sistemico e le preoccupazioni espresse nei giorni scorsi lo dimostrano – ha affermato Dijsselbloem – Per questo dobbiamo elaborare in programma che elimini questo rischio e tuteli la zona euro”. E questo programma deve essere europeo, per evitare che la Russia allarghi il suo potere di influenza sull’isola. “La Russia ha prestato 2,5 miliardi di euro a Nicosia ma ci ha comunicato che non ha intenzione di elargire ulteriori prestiti – ha continuato – ci sono discussioni in corso però per vedere se questo prestito possa essere diluito nel tempo, riducendo anche i tassi d’interesse”, ma niente di più. E questo vuol dire che “Cipro ha bisogno di un programma dell’eurozona per superare i sui problemi”.
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