Il Presidente del Consiglio: “Respingere l’accordo è stato dannoso per i ciprioti”
Schulz: “Non fare pagare un fardello ingiusto alla gente”. Tajani: “Una soluzione si troverà”
“Il tempo incalza, bisogna agire in fretta”: per capirsi, “non in termini di settimane”. É un Europa in cui tutti “sono molto preoccupati” per la situazione di Cipro, quella che il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy descrive questo pomeriggio nel corso di un’audizione in Parlamento. Da discutere ci sarebbero tutti gli esiti del vertice di giovedì e venerdì scorsi, ma l’attenzione cade inevitabilmente sul complicatissimo nodo Cipro che sta facendo tremare l’Eurozona. ”L’attuale situazione molto incerta è inquietante e deve essere risolta il più rapidamente possibile”, ha esortato Van Rompuy, sottolineando che il no del Parlamento del Paese all’accordo sul debito è “dannoso per gli stessi ciprioti”. Il presidente del Consiglio europeo ha anche ribadito che l’Ue è in grado di garantire a Nicosia fino a 10 miliardi, che equivalgono a più della metà del Pil dell’isola.
Presente al dibattito anche il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, chiamato a sostituire il presidente José Manuel Barroso, in viaggio verso Mosca per un summit Ue-Russia in cui, inevitabilmente, il piatto forte sarà proprio Cipro. L’esecutivo europeo, ha assicurato Sefcovic, “sta lavorando duro per trovare una soluzione” sulla situazione cipriota, ma serve “la piena collaborazione” da parte di Nicosia per evitare un “grave danno per i cittadini”.
A difesa “della gente comune e delle piccole imprese” si leva anche la voce del presidente Martin Schulz secondo cui “la decisione dell’Eurogruppo non è stata saggia, ed ha causato gravi problemi all’Eurozona”. Secondo il tedesco non va imposto “un fardello ingiusto” sulle spalle dei cittadini. Ora, dopo il no del Parlamento, “bisogna negoziare” affinché paghino “coloro che possiedono di più” senza invece penalizzare “quelli che hanno poco o niente.
Una bocciatura su tutta la linea proposta dall’Eurogruppo e sul prelievo forzoso sui depositi bancari dei cittadini ciprioti arriva da tutti gli europarlamentari presenti in aula: da Hannes Swoboda (S&D) che parla di una decisione “grossolana” e “inaccettabile”, che inevitabilmente allontanerà ancora di più i cittadini dall’Europa, a Rebecca Harms (Greens) secondo cui si tratta di una scelta “estremamente pericolosa” che sta infiammando anche gli altri Paesi d’Europa, fino al capogruppo dei Liberaldemocratici, Guy Verhofstadt, che chiede sia istituita una speciale commissione d’inchiesta per chiarire le circostanze e le responsabilità della decisione “totalmente incomprensibile” presa dall’Eurogruppo. Secondo Verhofstadt, bisogna fare chiarezza sulla scelta inspiegabile di “proteggere gli azionisti di due banche cipriote facendo pagare i loro errori ai depositanti e ai risparmiatori”, chiedendo di tassare tutti i depositi del 6,75%.
Convinto che “alla fine una soluzione si troverà” invece il vicepresidente della Commissione europea e responsabile per l’industria Antonio Tajani, intervenuto sulla crisi di Cipro prima di volare a Mosca. “Sono ottimista” ha detto ma “bisogna attendere le proposte cipriote e le posizioni degli Stati membri”. La speranza è che “si faccia presto e bene per garantire la stabilità della moneta ed evitare ricadute sull’economia reale a causa della mancanza di liquidità”.
Letizia Pascale