Secondo l’Alto Rappresentante: “La Convenzione di Vienna va rispettata in ogni momento”
Da Bruxelles però non si fanno pressioni e si auspica “un soluzione reciprocamente accettabile”
L’Alto Rappresentante per gli affari esteri dell’Ue, Catherine Ashton, è intervenuta direttamente nel dibattito sulla possibilità per Ambasciatore d’Italia in India di lasciare il Paese asiatico, possibilità che gli è stata negata dall’Alta corte indiana dopo il mancato rientro dei due marò, Salvatore Girone e Massimiliano La Torre, rientro di cui lo stesso ambasciatore si era fatto garante.
“Si ricorda che la Convenzione del 1961 di Vienna sulle relazioni diplomatiche è una pietra angolare dell’ordinamento giuridico internazionale e deve essere rispettata in ogni momento. Ogni limitazione alla libertà di movimento del Ambasciatore d’Italia in India sarebbe in contrasto con gli obblighi internazionali stabiliti dalla presente convenzione” scrive la Ashton in un comunicato. Ieri il suo portavoce aveva spiegato che “la Convenzione di Vienna deve essere rispettata da entrambi le parti in causa”, senza però osare esplicitare chi, secondo l’Unione, stia venendo meno ai patti.
Ashton oggi si è detta “preoccupata” per l’ordine della Corte Suprema dell’India che obbliga l’ambasciatore Daniele Mancini “a chiedere il permesso alla Corte per poter lasciare il Paese fino a nuovo ordine”. “L’Alto Rappresentante – conclude la nota – continua a sperare che possa essere trovata una una soluzione reciprocamente accettabile, attraverso il dialogo e nel rispetto delle norme internazionali. E perciò incoraggia le parti a esplorare tutte le vie possibili in questo senso”. Da Bruxelles non arriva molto, ma almeno un aiuto interpretativo l’Italia è riuscita ad ottenerlo, in questa partita giocata, malissimo, dal ministro degli Esteri Giulio Terzi con il contributo del collega Giampaolo Di Paola. Talmente male che non si trova neanche la solidarietà dei partner Ue.
La Corte di New Delhi ha confermato che Mancini non ha diritto all’immunità diplomatica e ne ha prorogato il divieto di lasciare il Paese fino al 2 aprile, data per la quale è fissata anche la prossima udienza per i due militari italiani.
A.B.
Articoli correlati:
– Italiani all’ergastolo in India, il caso arriva al Parlamento europeo