Le morti sulle strade europee diminuite del 9% nel 2012, il minimo dal 1965. Grazie a migliori auto, regole e strade, ma anche al calo della circolazione. Belgio e Italia tra i paesi con più traffico
I morti sulle strade europee sono diminuiti del 9% nel 2012 rispetto al 2011, fermandosi a 55 fatalità per milione di abitanti, il numero minimo dal 1965, quando furono 171. E’ un’ottima notizia, si tratta di ben 3.000 persone in meno che hanno lasciato la vita per colpa di un’auto, un camion, una moto. Lo dicono i dati diffusi oggi dalla Commissione europea, i quali non nascondono però che ben 250.000 uomini, donne e bambini hanno avuto “gravi danni”, sulle strade: paralisi, amputazioni, danni cerebrali. Ma anche solo ricoveri ospedalieri di più di 24 ore. Non c’è ancora una definizione comune di “danno grave”, e dunque ogni paese fa un po’ come gli pare. Ora Siim Kallas, il commissario ai Trasporti, ha proposto di arrivare ad una definizione comune, “ci stiamo lavorando, la nostra proposta c’è”, ma non scende nel dettaglio. Bisognerà negoziare.
Il minor numero di morti è dovuto innanzitutto a automobili migliori, a strade più sicure, ad un miglior comportamento degli automobilisti, a regole più chiare, alla campagna di informazione e per la sicurezza dei veicoli prodotti condotta dalla Commissione. Ma anche alla crisi economica. Guardando il grafico illustrato oggi in Commissione ai giornalisti si nota un precipitare del numero degli incidenti proprio a iniziare dal 2007-2008. “Il perché i morti diminuiscano è una valutazione molto complessa”, dice Kallas ammettendo però che “tutto contribuisce, anche l’ambiente economico. Ma soprattutto – sottolinea – incide il comportamento dei guidatori”. Che, aggiungiamo noi, può essere anche quello di non guidare. Perché la benzina costa troppo. Nel solo mese di febbraio, son dati di oggi, le immatricolazioni europee di auto sono calate del 10,2%. Le moto perdono mercato al ritmo del 25% annuo. E il traffico cala. Non ci sono dati complessivi sull’Europa, ma ai valichi alpini con la Svizzera, ad esempio, nell’ultimo anno i passaggi commerciali sono diminuiti di circa il 25%. Secondo i dati Inrix (le più attente statistiche sul settore) nel 2011 “tutti i Paesi analizzati hanno registrato un calo del traffico: Portogallo (-44%), Stati Uniti (-27%), Irlanda (25%), Canada (-22%), Ungheria (-21%), Spagna (-15%) e Italia (-18%) gli Stati che hanno registrato la maggiore diminuzione del traffico. Nel 2012 “294 su 310 città analizzate hanno registrato una diminuzione del traffico mentre c’è stato un aumento in sole 16 aree metropolitane”.
Un’ottima, doverosa politica della Commissione, certamente di successo, ha dunque certo ricevuto un “aiutino” anche dalla crisi. Ma non c’è da gioire, temiamo che il saldo dei morti causati dalla crisi in altri modi, resti negativo.
Ezio Baldari
Due tabelle Inrix interessanti per chi vive a Bruxelles ed è italiano:
Secondo l’Indice INRIX, i peggiori Paesi per il traffico in Europa e negli Stati Uniti sono:
- 1. Belgio
- 2. Paesi Bassi
- 3. Italia
- 4. Regno Unito
- 5. Spagna
- 6. Francia
- 7. Canada
- 8. Germania
- 9. Austria
- 10. Portogallo
- 11. Svizzera
- 12. Ungheria
- 13. Lussemburgo
- 14. Stati Uniti
- 15. Irlanda
Sempre secondo il report, le peggiori 25 città in Europa e Nord America sono:
- 1. Milano, Italia
- 2. Bruxelles, Belgio
- 3. Anversa, Belgio
- 4. Honolulu, Stati Uniti
- 5. Parigi, Francia
- 6. Los Angeles, Stati Uniti
- 7. Manchester, Regno Unito
- 8. Rotterdam, Paesi Bassi
- 9. Roma, Italia
- 10. Londra, Regno Unito
- 11. Montreal, Canada
- 12. Utrecht, Paesi Bassi
- 13. Firenze, Italia
- 14. Liverpool, Regno Unito
- 15. Barcellona, Spagna
- 16. Madrid, Spagna
- 17. Gand, Belgio
- 18. Amsterdam, Paesi Bassi
- 19. San Francisco, Stati Uniti
- 20. Belfast, Irlanda del Nord
- 21. Stoccarda, Germania
- 22. Colonia, Germania
- 23. New York, Stati Uniti
- 24. Lione, Francia
- 25. Bordeaux, Francia