La Commissione fa sapere che potrebbero essere “scontati” ai fini della vigilanza sui conti
Il vicepresidente Tajani: “Ora ci aspettiamo la risposta da Roma in tempi brevi”
Quando l’Unione Europea valuterà la conformità del bilancio pubblico italiano ai criteri del Patto di Stabilità potrebbe “scontare” il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese. Ad aprire a questa possibilità sono oggi i commissari europei agli affari economici, Olli Rehn e all’industria, Antonio Tajani. In una nota comune i due commissari affermano che la liquidazione dei debiti commerciali “potrebbe rientrare tra i fattori attenuanti” ai fini della vigilanza europea sui conti pubblici ed è la prima volta che l’esecutivo europeo apre chiaramente a questa possibilità. Una piccola vittoria “postuma” del governo di Mario Monti, che con il ministro Enzo Moavero come testardo negoziatore, a lungo si è battuto per avere un sponda europea in questa costosa ma doverosa partita.
A motivare questa scelta la necessità di “incoraggiare gli investimenti produttivi e ristabilire i flussi di prestito all’economia reale” sottolineano Rehn e Tajani, evidenziando che soprattutto in Paesi come Spagna, Portogallo e Italia “condizioni di finanziamento eccessivamente restrittive stanno ostacolando il flusso di credito verso famiglie e imprese”. Per “invertire il declino della competitività industriale europea e dell’occupazione nel settore industriale” per i due commissari bisogna “assicurare che le imprese vengano pagate per i beni e i servizi che hanno fornito”.
In questa direzione va la direttiva sui ritardi dei pagamenti che gli Stati membri avevano l’obbligo di recepire nei rispettivi ordinamenti nazionali entro sabato. Stabilisce che lo Stato debba saldare i debiti con le imprese entro 30 giorni o massimo entro 60, nei casi eccezionali. Ma se questo diventa valido, in Italia, per i contratti conclusi a partire dal 1 gennaio 2013, non ha valore retroattivo e resta quindi da risolvere il grosso problema degli arretrati (in Italia si parla di almeno 70 miliardi).
Secondo Bruxelles una soluzione realistica “deve, probabilmente, prevedere un piano di liquidazione avente come obiettivo quello di portare tale ammontare di debito pregresso a livelli non attribuibili a ritardi nei pagamenti (livelli fisiologici) in tempi relativamente brevi”. I due commissari suggeriscono che tale piano “dovrebbe prevedere adeguate misure contro il rischio di comportamenti opportunistici (azzardo morale) da parte delle pubbliche amministrazioni titolari del debito pregresso”.
Rehn e Tajani ricordano che “il quadro normativo europeo in tema di sorveglianza di bilancio pubblico non prevede uno speciale trattamento per specifiche voci di spesa che incidono sul debito e sul deficit”, ma aggiungono che il patto di stabilità permette di prendere in considerazione fattori significativi quando viene verificato se il bilancio pubblico di uno stato membro è in linea con i criteri di deficit e di debito.
Per questo “la Commissione – conclude la nota dei due commissari – è pronta a cooperare con le autorità italiane per aiutare l’attuazione tecnica del piano di liquidazione del debito commerciale pregresso e accoglierebbe con favore la disponibilità di informazioni più dettagliate ed aggiornate sull’attuale ammontare di tale debito da parte di ogni livello di amministrazione pubblica”.
“Considerare il pagamento pregresso come una non violazione del Patto di stabilita è un segnale importante della Commissione europea – ha spiegato Tajani – ora ci aspettiamo una risposta dall’Italia con un progetto in tempi brevi, penso a una programma di un paio di anni”.
Letizia Pascale