I deputati popolari chiedono al premier uno strumento “contro la crisi”
La norma permetterebbe di scorporare dal calcolo del debito pubblico le spese per la realizzazione di investimenti e per il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione
Le delegazioni italiane del Partito Popolare europeo decidono di affrontare i temi della crisi economica e finanziaria con una lettera al Presidente del Consiglio Mario Monti in vista del Consiglio europeo, che si tiene oggi e domani a Bruxelles, per chiedere l’applicazione immediata della “Golden Rule”. Questo all’indomani del “no” con cui il Parlamento europeo ha bocciato il bilancio per il 2014-2020 e nei giorni in cui i Capi di Stato e di governo si riuniscono a Bruxelles per un nuovo vertice.
“Abbiamo voluto sottolineare –spiega Giovanni La Via, a capo della delegazione Pdl- che i provvedimenti già varati per ridurre i debiti pubblici, contenendo la spesa, non sono sufficienti per uscire dalla crisi, se non sono accompagnati da adeguate misure per supportare crescita e sviluppo. Dopo il secco ‘no’ di ieri al bilancio europeo, vogliamo ribadire la nostra ferma convinzione che per uscire dalla crisi è ora necessario invertire la rotta dell’austerità”.
Procedendo con questa impostazione, si legge nella lettera, si rischia di “allontanare la ripresa economica e determinare una crescente disaffezione dei cittadini nei confronti del comune progetto europeo”. Le delegazioni italiane del Ppe sottopongono al Premier Monti “l’inderogabile necessità di mettere in atto la “Golden Rule”, che permetterebbe di scorporare dal calcolo del debito pubblico le spese per la realizzazione di investimenti e per il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione”. Si tratta di una misura, continuano gli eurodeputati nella lettera, che “renderebbe disponibili ingenti risorse in grado di contribuire alla ripresa economica dell’Ue nell’ottica di una maggiore solidarietà e responsabilità fra gli Stati membri”.
Secondo l’On.le Giuseppe Gargani, capogruppo dei Popolari per l’Europa, “nel contesto di una strategia volta a ripristinare o costruire il primato dell’Europa politica e democratica, sarebbe auspicabile l’eliminazione degli investimenti produttivi dal Patto di stabilità. Questa proposta permetterebbe a Paesi come l’Italia di rispettare gli impegni sul consolidamento dei conti e al tempo stesso di stimolare la crescita economica”.
Gli eurodeputati evidenziano “la necessità non solo di agire su nuove entrate, attraverso la Tobin Tax e l’Iva, per esempio, ma anche quella di varare nuovi strumenti finanziari in grado di rilanciare gli investimenti pubblici e privati” e concludono chiedendo l’implementazione del cosiddetto “Redemption Fund” che “potrebbe contribuire alla riduzione del debito pubblico italiano liberando risorse destinate alla crescita, sviluppo e ad un forte sostegno all’occupazione”.