Prendo solo una delle tante esternazioni dei grillini che stanno dandoci il profilo mentale del movimento. Il neodeputato Alessandro Di Battista su Facebook dice che le istituzioni devono avere paura dei cittadini. Una concezione della democrazia per lo meno aberrante, se non addirittura pericolosa e che conferma la cancrena. Quando le istituzioni hanno paura dei cittadini si chiama fascismo. Del resto che il Movimento 5 stelle mostri preoccupanti prodromi di fascismo lo dimostrano non solo la sua struttura totalitaria ma anche certe sue gesticolazioni, come l’abortita marcia su Roma. Alla fine ci è stata risparmiata e rapidamente i grillisti la marcia l’hanno fatta indietro. Ma sono già ridicoli così, neppure abbastanza squadristi da azzardare una vera marcia dei tempi andati, lei insomma, l’inimitabile marcia su Roma del 28 ottobre 1922 che portò nella capitale 70.000 fascisti. In treno, però. E forse è proprio questo che ha trattenuto i grillisti: la paura dell’alta velocità. Con che faccia proprio loro partire in treno dalla Val di Susa per marciare su Roma? E poi chi si fida di Italo e di Frecciarossa? Sono lontani i bei tempi in cui i treni erano in orario! No, fin dall’inizio la marcia su Roma dei grillisti era stata pensata come una marcia in loco: Colosseo-Parlamento, insomma da circo a circo. Doveva essere quindi una marcia non su Roma bensì a Roma. Certo è che ora della marcia non resterà che il marcio assieme alla certezza che questo movimento si fonda essenzialmente sul ricatto e non conosce la logica del dialogo. Del resto il grillismo è nato avulso da ogni forma di dialogo, di contatto, di scambio: per potere di circonvenzione, di irraggiamento mistificatorio. Il grillismo ci rivela quanto siano pericolosi i cosiddetti social network e come ci voglia poco a trasformarli in strumenti di manipolazione di massa. Non c’è democrazia nella rete, solo spintoni e finzioni in una gara incessante a chi clicca più svelto, a chi gesticola di più. Abbiamo in parlamento impostori eletti con qualche centinaio di voti dagli accoliti di un club ristretto ed opaco. Il consenso della rete è il contrario della democrazia, è il governo di chi è connesso: adesso, perché fra due ore cambia tutto e dagli appelli contro la vivisezione si sarà già passati alla protezione dei cormorani. Sono tutte facce finte le facce dei grillisti su Facebook. Facce senza occhi come quella del capo branco sempre nascosto dietro gli occhiali da sole o dietro il passamontagna. Sono profili virtuali di quello che vorrebbero essere dal vero e sono capaci di essere solo dietro uno schermo. Esistono solo sulla rete, fuori, per strada, nella realtà, evaporano. E il loro pensare torbido lo si vede già da come parlano. Ad esempio, i grillisti non fanno riunioni ma meet-up. È tipico di chi ha qualcosa da nascondere inventarsi una lingua e parlare oscuro. I grillini da nascondere hanno tutto: l’inconsistenza del movimento, l’incoerenza di quel che dicono, l’opacità dei loro intenti e soprattutto la loro flagrante incapacità e ignoranza.
Diego Marani