Il Governo britannico si è reso ancora una volta impopolare in Europa quando ha cercato di difendere il cap (cioè un cappello) sui guadagni dei superbanchieri. Bisogna subito dire che il cap non è stato stabilito dalla Commissione ma dal Parlamento europeo, che lo ha messo come condizione per l’approvazione della direttiva sugli standard internazionali delle banche conosciuto come “Basilea III”, parte integrante del Single Rulebook necessario per far partire nel 2014 la Supervisione Unica delle banche da parte della BCE. Esso stabilisce che il bonus non può superare il salario di base annuo. Può al massimo essere pari al doppio del salario base se il bonus viene approvato dall’assemblea degli azionisti. La normativa dovrebbe entrare in vigore nel 2014.
I banchieri, che nonostante tutti i disastri che hanno causato negli ultimi 10 anni, si sono portati a casa bonus pari a multipli fino a 10 del loro salario base hanno strillato che così finiamo tutti in uno Stato Comunista. Si sono assolutamente dimenticati che se alcuni Paesi come l’Irlanda sono finiti sul lastrico, incapaci di finanziarsi sui mercati finanziari, la colpa non è stata dei politici ma dei banchieri privati, che mentre portavano le loro banche al collasso, facendo ricadere le loro dissennate scommesse sui cittadini pagatori di tasse.
Il cap sui bonus è stato voluto con forza dai Social Democratici e dai Verdi, ma persino nel Partito Popolare, a cui fino a poco fa appartenevano anche i Conservatori inglesi, si sono vergognati di essere visti come i difensori dei banchieri miliardari. E così George Osborne, Chancellor of the Exchequer, cioè il ministro del Tesoro della Corona, si è ritrovato completamente isolato nella riunione dei ministri delle finanze europei del 5 marzo, come si è potuto vedere nella sessione filmata dalla televisione. Il suo assurdo discorso che il cap avrebbe portato a un aumento generalizzato dei salari dei dipendenti bancari non ha convinto neanche uno degli altri 26 ministri. Neanche i loro tradizionali alleati nordici come l’Olanda e la Svezia, che hanno potuto facilmente sostenere che loro non avevano nulla in contrario visto che nei loro Paesi hanno già posto cap ancora più stringenti sui loro banchieri. La Merkel, pur di non isolare ancora una volta gli inglesi, avrebbe voluto venire loro incontro, come ha fatto nel caso del bilancio europeo, ma neppure lei, che ha le elezioni a settembre 2013, si può permettere di perdere voti per difendere i privilegi dei banchieri.
Ancora una volta la Gran Bretagna si è trovata completamente isolata all’interno dell’Europa. La sua marginalizzazione è ormai evidente. E’ vero che la Gran Bretagna ha una quota del 40% del mercato dei servizi finanziari europei. E Osborne ha strillato fino all’ultimo che sarebbe stata la prima volta in cui un Paese sarebbe stato messo in minoranza su una legge che riguarda la sua maggiore industria.
Ma poiché sono stati proprio gli inglesi a pretendere che su tutti i temi che riguardano le industrie del mercato unico si debba decidere a maggioranza qualificata, non si può certo lamentare che oggi vengano prese decisioni che secondo loro li danneggiano. “La gente si chiederà perché restiamo ancora nella UE”, ha detto il sindaco di Londra, Boris Johnson, “se quest’ultima insiste su queste politiche chiaramente autolesive. Bruxelles non può controllare il mercato globale per i talenti bancari, stabilendo quanto essi debbono guadagnare”. Ma caro Johnson, perché ti preoccupi tanto dei banchieri top? Dopotutto, come sostiene Osborne, potrebbero beneficiare della norma anche dei semplici impiegati bancari che Aiuto! Aiuto! Potrebbero ricevere salari più alti.
Quando la Merkel ha fatto loro un sorrisino sul budget europeo Cameron è tornato a Londra come un trionfatore. Stavolta la Merkel ha alzato gli occhi al cielo ed è tornato con una sconfitta clamorosa.
Elido Fazi