Nove anni di carcere per evasione e produzione illegale in seguito a un’indagine dell’Olaf
Fabbriche tra Polonia e Moldavia, 1.200 tonnellate di tabacco, 50 milioni di di tasse non pagate
Che male può fare un contrabbandiere di sigarette russo-tedesco, che produce sigarette in Polonia e Moldavia, ai contribuenti europei? Un danno molto più diretto di quanto si potrebbe pensare: anche 6 milioni di euro a settimana. Questa almeno è la stima fatta per il contrabbandiere che oggi un tribunale tedesco ha condannato a 9 anni di reclusione.
Il super produttore abusivo di sigarette era stato arrestato nel marzo del 2011 a seguito di una complessa attività investigativa internazionale coordinata dall’Olaf, l’ufficio europeo per la lotta antifrodi, e che aveva coinvolto le autorità di Germania, Polonia, Belgio, Lettonia, Estonia e Svizzera. Oggi è stato condannato per la produzione illegale di sigarette e per avere evaso le tasse e la Vat (equivalente della nostra Iva) sul tabacco importato in Europa. Altri tre complici, che dovranno rispondere di simili accuse, sono ancora in attesa di processo.
Dal 2005 la banda aveva cominciato a produrre illegalmente in diverse fabbriche abusive tra Polonia e Moldavia le bionde, che venivano poi vendute nei paesi europei. Dal 2006 al 2011, si calcola, hanno evaso più di 50 milioni di euro di tasse e contrabbandato oltre 1.200 tonnellate di tabacco. Il gruppo cambiava frequentemente stabilimento così da riuscire a sfuggire ai controlli. Fino a quando si è trasferito nella fabbrica in Polonia, scoperta poco dopo avere iniziato la produzione. Si trattava di uno degli stabilimenti abusiva più grandi mai scoperti nel Paese: se avesse continuato a funzionare, le perdite economiche per i contribuenti europei sarebbero state di almeno 6 milioni di euro a settimana.
La quantità di tabacco sequestrata era sufficiente per produrre circa 120 milioni di sigarette che, se vendute, avrebbero portato ad una perdita di entrate di circa 24 milioni di euro. O anche di più: nuove consegne di tabacco erano già state pianificate. Nei cinque anni di produzione illegale si calcola che i quattro componenti della banda siano riusciti a guadagnare circa 40 milioni di euro.
Complessa la tratta scoperta dagli investigatori. Il tabacco arrivava dal Brasile o dagli Emirati Arabi, attraverso la Lituania, fino agli Stati europei dove veniva fatto passare per tabacco grezzo (che non è soggetto ad accise) destinato all’Armenia. Veniva invece scaricato in Polonia dove era usato per la produzione illegale di sigarette. Altro tabacco arrivava anche via nave dall’India e dal Belgio, passando per l’Ucraina, fino ad altri stabilimenti di produzione nella regione della Transnistria. La maggior parte delle sigarette era poi destinata al mercato britannico.
A portare agli arresti il “duro lavoro e l’eccellente collaborazione” di diversi attori a livello internazionale, ricorda il direttore generale dell’Olaf, Giovanni Kessler. “È difficile – ha ricordato – indagare su crimini perpetrati in diversi Paesi da bande multinazionali. Perché inchieste come queste possano riuscire è essenziale che la polizia e le autorità doganiere cooperino interamente passandosi le informazioni di cui dispongono”.
Letizia Pascale