Donna per un giorno, e poi chissà. Le attenzioni e le premure per le donne durano quanto il ciclo di vita di una farfalla, bella solo per pochi giorni rispetto a un’esistenza vissuta sotto forma di bruco. E’ quanto basta per fior fiori di sociologi, giornalisti, esperti, moralisti, di dire e scrivere e pontificare. Per poi far ricadere nell’oblio della memoria la donna dal giorno immediatamente successivo. E’ una storia che si ripete, non c’è nulla di nuovo. Ipocrisia è un termine di genere femminile, quindi ben si presta a un’applicazione in rosa. La donna continua a contare poco, ma per fortuna c’è la festa della donna, a ricordarci – almeno per un giorno – che la società non è solo e sempre uomocentrica. Tutti, ogni 8 marzo, dedicano iniziative, articoli, servizi alle donne. Sui siti internet di importanti quotidiani nazionali ci si accorge, improvvisamente, dell’umano dramma vissuto dalle schiave del sesso e di quante sono costrette a vivere della degradazione continua del proprio corpo e non solo, e allora si dedicano interessanti inchieste su fatti inediti; altri media lanciano sondaggi suggestivi sul “meglio una donna come Papa o presidente della Repubblica”. Per un giorno le donne usufruiscono di screening gratuiti, per un giorno si assistono a campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, per un giorno ci si ricorda della condizione di milioni di donne in Africa. Oggi, come ogni anno, per un giorno facciamo sentire la donna importante.
Domani poi sarà un altro giorno, e un’altra ricorrenza. Le donne torneranno a non vedersi rinnovati i contratti di lavoro se cederanno alla tentazione della maternità, continueranno a ricevere salari diversificati, e saranno sempre al centro di violenze. E il termine “parità” tornerà nel dizionario dei sinonimi di quanti predicano rigore attraverso il mantra di “pareggio”. Bella e malinconica la donna farfalla, dalla vita troppo breve per poter volare. Ma oggi è la festa della donna e siamo tutti contenti: la celebrazione comunque doverosa della giornata permetterà di sentirsi a posto con la coscienza, e loro, le donne, per una giornata torneranno al centro di tutte le attenzioni. E’ meglio di niente, sostiene qualcuna. Una magra consolazione, per un movimento – quello femminile – ucciso dalle troppe promesse mai mantenute della democrazia e tradito da quante hanno accettato le logiche (logiche?) che vogliono il mondo rosa meno importante. Ne sappiamo qualcosa bene in Europa, dove ad affossare la proposta per la promozione femminile nei consigli d’amministrazione delle società sono state proprio le commissarie della squadra Barroso. Poi, però, a Bruxelles è un fiorire di iniziative sulla donna in tutte le istituzioni comunitarie. Dato il contesto, auguri davvero.
Renato Giannetti