A Napoli la struttura che accoglieva 350mila visitatori l’anno distrutta da un incendio forse doloso
Il vicepresidente del Parlamento Ue: “Sostegno al Comune, Procura faccia luce sull’accaduto”
Nel deserto e nel degrado lasciato dalla dismissione del polo siderurgico dell’Italsider, la Città della Scienza di Bagnoli, periferia occidentale di Napoli, era un fiore all’occhiello, un segno di speranza per l’intera città. Un sogno che questa notte purtroppo è andato in fumo, la struttura è stata distrutta da un incendio sulle cui cause si sta indagando, e si sospetta la pista del dolo, dato che il fuoco è scoppiato contemporaneamente in più punti della struttura.
Su questa tragedia per il capoluogo partenopeo è intervenuto anche il vice presidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella: “Il rogo di questa notte è un attentato alla civiltà e alla democrazia, Napoli e con essa il Paese intero vede ancora una volta andare distrutti i germi del futuro e del riscatto: impegniamoci immediatamente, istituzioni e cittadini, nella ricostruzione delle strutture andate distrutte e con esse del tessuto civile della città’’. Pittella ha espresso solidarietà “e sostegno al Comune di Napoli e alle autorità di gestione che hanno raggiunto con questa iniziativa straordinaria risultati di diffusione e di coinvolgimento dei giovani nell’amore per lo studio delle scienze e nella ricerca”. “Sono convinto – ha concluso il vicepresidente – che la Procura di Napoli farà presto luce sull’accaduto e assicuri alla giustizia i responsabili’’.
L’incendio è stato così grande che dalla Città della scienza si è levata una colonna di fumo nero che si è vista da buona parte della città, i bagliori delle fiamme erano visibili a distanza di chilometra. Per spegnere il rogo, che fortunatamente non ha coinvolto persone, i vigili del fuoco hanno dovuto lavorare tutta la notte. Sono andati completamente distrutti quattro capannoni su sei, proprio quelli in cui si trovavano le principali attrazioni, tra cui il museo interattivo, considerato tra i gioielli culturali della città. Città della Scienza aveva una media di 350 mila visitatori l’anno. Oltre al museo interattivo, ospitava un planetario, un centro congressi, un centro di alta formazione e un’area per mostre d’arte. Tanti bambini e giovani hanno imparato lì ad amare la scienza e conoscere l’importanza della ricerca divertendosi, e per questo è una delle strutture a cui veramente la cittadinanza partenopea è più affezionata. Sulla rete è stato immediatamente lanciato un appello “Ricostrui-AMO Città della scienza. Subito!”.
Alfonso Bianchi
Per contribuire alla ricostruzione di Città della Scienza, come segnalato sulla pagina Facebook ufficiale, “è disponibile il conto corrente, intestato a Fondazione Idis Città della Scienza – IBAN IT41X010100349710000000325
Dicono i deputati:
Andrea Cozzolino (Pd): misure per ripartire da tavolo istituzionale
“L’Italia, non solo Napoli, ha bisogno di Città della Scienza. Si convochi ad horas un tavolo con tutte le istituzioni, dal Governo al Comune, e si individuino subito gli strumenti per realizzare le tre priorità necessarie alla ripartenza: individuare e rendere subito operativi nell’area di Bagnoli i locali che consentano l’immediata ripresa delle attività; un percorso di ammortizzatori che garantisca gli attuali livelli occupazionali; sbloccare tutti i crediti che Cds vanta e i progetti di investimento programmati, a partire da quelli a valere sui fondi europei, che possano consentire in tempi rapidi di rimettere in piedi tutte le strutture distrutte dall’incendio”.