Cinquecento persone, e non solo italiani, alla seconda data del tour europeo
Vecchi pezzi, novità e pantomime ieri sera al Botanique
Oltre cinquecento persone ieri hanno partecipato alla seconda data di “Sotto casa”, il tour europeo del cantautore romano Max Gazzè, che ha battezzato il giro di concerti con il nome del suo ultimo album.
Una calca di italiani e una manciata di mani alzate alla domanda dal palco “Qui ne parle pas Italien?”, hanno partecipato all’evento nella sala Orange del Botanique di Bruxelles, la città in cui il noto cantante ha passato la propria adolescenza, come egli stesso ha tenuto a precisare, mettendo in evidenza l’emozione di questo ritorno ai luoghi del passato.
Una carrellata di grandi successi, a cominciare dal noto singolo Vento d’estate, per continuare con Il timido ubriaco, L’uomo più furbo, Il solito sesso, e chiudendo la prima parte del concerto con le due canzoni presentate al recente Festival di Sanremo: I tuoi maledettissimi impegni e Sotto casa. Dopo l’obbligata “pantomima del bis”, come lo stesso Gazzè l’ha definita, il concerto è ripreso con un’originale versione di Cara Valentina, beffardamente prolungata sul verso di “Per esempio non è vero, che poi mi dilungo spesso su un solo argomento” cantato dal pubblico su accompagnamento reggae e rock and roll.
La serata, organizzata dall’associazione BEIT in collaborazione col Botanique, si è poi conclusa sulle note di Una musica può fare e La favola di Adamo ed Eva, con tanto di alzata di dito medio del cantante per agghindare i versi “ma andate a cagare voi e le vostre bugie”. Una canzone a cui è seguito un omaggio alla rivoluzionaria Get up, stand up, di Bob Marley: un incitamento alla ribellione e alla lotta per i propri diritti, casualmente proprio a pochi giorni dall’ultima tornata elettorale.
Un altro ritorno al passato è stato anche quello del cantautore modenese Gappa, che dopo aver aperto il concerto di Daniele Silvestri nel 2009 al VK e aver cantato diverse volte alla Piola Libri di Rue Franklin, ieri ha portato la sua pungente e sarcastica ironia sul palco del Botanique, tra Salsa e merende, Lupo e Notti, il meraviglioso brano che ha scritto assieme a Cristian Grassilli e Francesco Guccini per l’album L’ultima Thule. “Inizialmente si sarebbe dovuta intitolare Giorni – spiega Gappa – poi il titolo è stato cambiato per essere in sintonia con la linea tematica dell’ultima opera musicale di Guccini, dove ‘la fine’ è il filo conduttore del disco”.
Erika Farris