Ci sono saltati all’occhio i tweet del dopo voto, ai suoi non molti followers, di un uccellino brussellese. Non faremo nomi, per noia, ma la storia in se è divertente, molto italiana.
Premessa politica per inquadrare il soggetto: è
stato nominato ad un importante incarico pubblico in Belgio grazie alla stima dell’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, allora esponente del Pdl.
- La persona in autunno è stata segnalata fra i sostenitori di Matteo Renzi, almeno sino a che ha fatto marcia indietro appena prima del ballottaggio, cosa che ai renziani di Bruxelles non è piaciuta affatto.
- In gennaio s’è scoperto che il soggetto era in lista per le politiche con Mario Monti, situazione dalla quale dopo qualche riflessione si è sfilato. Ufficialmente per incompatibilità funzionale con l’ufficio ricoperto a Bruxelles. Si sospetta che invece abbia rinunciato perché era un numero alto nella lista e non ce l’avrebbe mai fatta.
- Adesso chiede le dimissioni di Pierluigi Bersani (e le chiede direttamente a lui): “ma per favore!!! L’unica risposta seria che @pbersani può dare e’ ammettere le sue responsabilità e dimettersi”, e torna a sostenere Renzi, chiedendosi se si sopravvivrà sino al suo arrivo.
- Ammette che dopo la notte elettorale “urge un antidepressivo”. E precisa: “Morning blues… Non era un incubo notturno, e’ la realtà….”
- E alla domanda chi ha vinto risponde “Berlusconi e la sua brutta copia… Grillo”.
A noi sembra tanto un esempio di scuola trasformismo italico. Che non ha neanche il riserbo istituzionale, pur ricoprendo un ufficio pubblico, di non maltrattare pubblicamente i principali esponenti della politica italiana. Poi ci si domanda perché in Europa si preoccupano per l’Italia.