Il Fronte Polisario ricorre alla Corte di giustizia europea: Si fanno affari con le nostre risorse
Il Sahara Occidentale è conteso tra i gruppi tribali e Rabat che lo ha annesso nel 1976
La questione saharawi arriva al tribunale della Corte di giustizia europea, e vuole mettere l’Unione sul banco degli accusati. Il Fronte Polisario, il movimento politico e militare che si batte per l’indipendenza del Sahara occidentale, ha sollevato la questione di legittimità degli accordi commerciali tra Ue e Marocco, il Paese africano che dagli anni Settanta controlla il territorio del Sahara occidentale. Il caso è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale dell’Unione europea, sotto il silenzio dell’Unione europea. A render pubblico il tutto è stato lo stesso Fronte Polisario. L’organizzazione chiede di “annullare” l’accordo sottoscritto tra le istituzioni di Bruxelles e il governo di Rabat per la liberalizzazione dei prodotti agricoli e di acquacoltura marocchini. Il problema, lamenta il Fronte, è che “una larga parte della produzione agricola e ittica coperta dall’accordo avviene nel territorio occupato del Sahara occidentale”.
LA QUESTIONE SAHARAWI – La questione del Sahara occidentale risale al 1976. Terminato il periodo di colonizzazione spagnola, il paese autoproclamò la propria indipendenza come Repubblica araba democratica saharawi (Rads). Riconosciuta da un’ottantina di Paesi – principalmente africani e sudamericani – la Rads è membro dell’Unione africana ma non è riconosciuta dall’Onu, da nessuna nazione europea (e quindi neanche dall’Ue) né da alcuno dei principali Stati occidentali. Dal 1976 la Rasd è in realtà un territorio conteso tra il Fronte Polisario e il Marocco, che lo controlla per l’80% della sua estensione. Il governo di Rabat considera la Rasd una propria regione, e la mancata opposizione internazionale ha permesso un implicito riconoscimento “de facto” della situazione anche se ufficialmente nessun Paese ha riconosciuto l’annessione del Sahara occidentale da parte del Marocco. Dopo i violenti scontri tra le due fazioni, nel 1991 le Nazioni Unite hanno avviato la missione di Pace Minurso, per organizzare un referendum con cui far scegliere al popolo saharawi tra l’indipendenza o l’autonomia all’interno dello stato marocchino. A oggi nessun referendum è stato organizzato e la situazione resta cristallizzata.
LE ACCUSE – “L’Unione europea non può continuare a ignorare il diritto internazionale e opporsi al popolo saharawi”, lamenta Emhammed Khada, membro del segretariato nazionale del Fronte Polisario. “Includendo il territorio occupato del Sahara occidentale nei suoi accordi commerciali con il Marocco l’Unione europea sta minando i diritti dei saharawi e ostacolando gli sforzi dell’Onu per una risoluzione del conflitto”. L’Unione europea, continua, “non ha il diritto di stipulare accordi commerciali con il Marocco su risorse che appartengono ai saharawi”. Per questo, conclude Khada, “ci auguriamo che alla fine la giustizia prevalga”.
Renato Giannetti