Cancellare l’indigenza nel tempo di una sola generazione si può
Lo assicura Bruxelles che punta a “condizioni di vita decenti per tutti entro il 2030”
Non si parla più semplicemente di combattere o diminuire. Il termine utilizzato è precisamente “sradicare”: cancellare la povertà nel mondo, per lo meno quella estrema, nel tempo di una sola generazione. Sfida impossibile? Assolutamente no, secondo l’Unione europea. Si tratta di un “obiettivo a portata di mano”. Lo ha assicurato il commissario allo Sviluppo Andris Piebalgs, presentando oggi una comunicazione varata dall’esecutivo europeo, che sarà la base per una posizione comune dell’Europa da portare al dibattito con le Nazioni unite e il resto del mondo.
La lotta alla povertà, secondo Piebalgs “non e’ una questione di risorse, ma di volontà politica e di quadro adeguato”. Molto, secondo il commissario allo sviluppo, si giocherà nei prossimi due anni e “l’unione europea vuole avere un ruolo cruciale” nelle decisioni della comunità internazionale.
Nel 2015 arrivano a scadenza gli obiettivi del millennio per lo sviluppo, mentre la conferenza Rio+20 ha lanciato il processo di formulazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Secondo la Commissione, le due sfide devono essere affrontate insieme. “Gli sforzi per sradicare la povertà e lo sviluppo sostenibile devono andare di pari passo – ha sottolineato il commissario all’Ambiente Janez Potocnik – altrimenti saranno vani”. Per questo la comunicazione della Commissione propone un quadro unico e coerente “per garantire condizioni di vita decenti per tutti entro il 2030”.
Norme di educazione, nutrizione, acqua pulita e aria pulita: il quadro definisce uno standard di vita al di sotto del quale nessun essere umano deve scendere entro il 2030. Tra gli elementi che la Commissione indica come fondamentali anche le condizioni di base per la vita umana, i motori della crescita inclusiva e la gestione sostenibile delle risorse naturali. E poi le questioni di equità, uguaglianza e giustizia, la pace e la sicurezza. Condizioni che dovrebbero essere valide per tutti i paesi e tutti i cittadini del mondo.
La sfida è senza dubbio importante, a giudicare anche dagli ultimi dati sulla povertà minorile. Nel 2011, secondo Eurostat, il 27% dei giovani e dei bambini con età inferiore ai 18 anni sono stati a rischio povertà. Una situazione ancora più grave in Italia, che fa registrare una delle percentuali più alte di tutta Europa con il 32,3% di minorenni a rischio: quasi uno su tre.
L’Europa sta lavorando proprio su questo, assicura l’europarlamentare PD Silvia Costa, che ricorda, in particolare, il “varo di un nuovo programma europeo per l’istituzione di un fondo per aiuti alimentari e misure integrative per le persone indigenti, bambini in primo luogo”.
Per ridurre i poveri di 20 milioni in sette anni, così come previsto dagli obiettivi di Europa 2020, secondo Costa, bisogna fare i conti con un “aumento del fenomeno per gli effetti della crisi”. Per tentare di cambiare la situazione, suggerisce l’europarlamentare italiana, bisogna lavorare su tre punti: è indispensabile prevedere un reddito minimo di cittadinanza, studiare una “programmazione coordinata ed efficace del 20% del Fondo Sociale 2014-2020 da destinare a politiche contro la povertà” e infine immaginare detrazioni fiscali per le famiglie con più figli e una riduzione del costo del lavoro per chi dà occupazione a giovani e donne.
Letizia Pascale