Gli edifici costruiti per l’emergenza molto più costosi del dovuto e consegnati in ritardo
In media il prezzo al metro quadro è superiore del 158% rispetto a quello standard
Edifici permanenti anziché provvisori, molto più costosi del dovuto e consegnati in ritardo. La Corte dei Conti europea non risparmia le critiche sulla gestione delle spese per il terremoto in Abruzzo del 2009. All’epoca del disastro, l’Unione europea fornì, tramite il proprio Fondo di Solidarietà, un contributo da 500 milioni di euro alle operazioni di emergenza italiane. Oggi la magistratura contabile europea esamina come questi fondi sono stati gestiti e le ragioni di perplessità non mancano.
Nel mirino della relazione della Corte, presentata oggi, in particolare il cosiddetto progetto Case (“complessi antisismici sostenibili ed ecocompatibili”), che ha assorbito il 70% del finanziamento europeo, ben 350 milioni di euro. Ha dato alloggio a 15 mila persone colpite dal sisma ma “non ha risposto in modo tempestivo e con sufficiente capacità agli effettivi bisogni della popolazione” evidenzia la Corte dei Conti. “Solo in 6.300 – si legge nella relazione – hanno potuto ricevere un alloggio prima della fine del mese di novembre mentre gli ultimi appartamenti sono stati resi disponibili nel marzo 2010”. Tempistiche che hanno portato a costi di alloggio aggiuntivi per gli sfollati che hanno dovuto trascorrere l’inverno in albergo.
Proprio i costi sono un altro tasto dolente. Gli edifici costruiti dopo il sisma sono stati “molto più cari rispetto a quelli costruiti in situazioni normali”. La Corte ha paragonato il costo degli edifici del progetto Case a quelli standard applicati in Italia. Risultato: in media il prezzo al metro quadro degli appartamenti costruiti per l’emergenza in Abruzzo è superiore del 158% rispetto a quello standard.
Ma a rendere irregolare il progetto Case è anche il tipo di edifici costruiti: si tratta di alloggi permanenti e non di case provvisorie mentre il regolamento del Fondo di solidarietà europea prevede che i contributi possano essere utilizzati unicamente per “interventi di emergenza”. O progetti di vera ricostruzione devono essere lasciati ad altri strumenti. Inoltre, secondo la Corte, gli appartamenti costruiti nell’ambito del progetto Case genereranno in futuro notevoli entrate: eventualità non prevista dal regolamento per la gestione del fondo.
La relazione della Corte ha spinto la Commissione europea a decidere di ripensare le disposizioni sulle “misure provvisorie di alloggio” facenti seguito a catastrofi naturali. “Sono lieto che la Commissione sfrutterà l’opportunità fornita dal prossimo riesame del regolamento disciplinante il Fondo di Solidarietà dell’Ue – ha commentato il Membro della Corte dei Conti responsabile della relazione, Ville Itälä – non solo per chiarire il concetto di misure preventive di alloggio ma anche per esortare gli Stati membri a rischio a porre in essere veri piani di preparazione”. Prevenzione che, nel caso dell’Abruzzo non è stata adeguata: “Vi sono state carenze nella pianificazione – ha sottolineato Itälä – nonostante l’Abruzzo sia una delle aree a più alto rischio sismico d’Europa”.
Dalla Commissione una portavoce del responsabiule agli Affari Regionali Johannes Hahn afferma che “il progetto Case in queste circostanze particolari ha pienamente rispettato le condizioni e gli obiettivi delle norme per il Fondo sociale Ue, visto che ha risposto alle esigenze immediate di migliaia di persone che non avevano casa in seguito al terremoto”.