Condanna di Bruxelles dopo le tre impiccagioni di Tokyo, le prime del secondo governo Abe
L’Alto rappresentante Ashton: “Queste esecuzioni non aiuteranno le famiglie delle vittime”
“L’Ue ritiene che la pena di morte sia crudele e disumana e che la sua abolizione è essenziale per proteggere la dignità umana”. Con queste parole, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Catherine Ashton, ha condannato le tre sentenze di morte per impiccagione eseguite ieri in Giappone. I tre uomini uccisi erano: Masahiro Kanagawa, 29 anni, condannato per aver ucciso un uomo e ferite altre sette persone con un coltello all’esterno di un centro commerciale, Kaoru Kobayashi, 44 anni, che aveva ucciso una bambina di sette anni e spedito una fotografia del cadavere alla madre, e Keiki Kano, 62 anni, condannato per aver strangolato per denaro il padrone di un bar.
“Pur riconoscendo la gravità dei reati ed esprimendo sincere condoglianze alle famiglie dei defunti e agli amici delle vittime, l’Unione europea non crede che la loro perdita sarà mitigata da queste esecuzioni”, ha spiegato Ashton che ha ribadito: “L’Ue europea è contraria alla pena di morte in tutti i casi e in tutte le circostanze e ha sempre richiesto la sua abolizione universale”. Per questo l’Alto rappresentante ha detto di aver chiesto alle autorità di Tokyo di promuovere “un dibattito pubblico approfondito sul superamento della pena capitale, in linea con la tendenza in atto nel mondo”.
Anche il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha espresso il suo disappunto per le tre esecuzioni: “Deploro e condanno l’uso della pena di morte in Giappone, un Paese liberal democratico. L’Ue si oppone alla pena di morte in ogni circostanza” ha scritto su Twitter Schulz.
Dal settembre 2006 al settembre 2007 durante il primo governo di Shinzo Abe, sono state eseguite 10 condanne capitali. Al momento nei bracci della morte del Giappone ci sono 134 prigionieri, i quali solitamente apprendono solo poche ore prima della loro esecuzione, mentre le famiglie vengono avvertite a uccisione compiuta. “Queste esecuzioni, coperte dal segreto, sono un freddo omicidio premeditato”, ha dichiarato ieri Roseanne Rife, direttrice di Amnesty International per l’Asia orientale, che ha definito le tre impiccagioni “un vergognoso passo indietro da parte del nuovo governo liberal-democratico del Giappone”.