Le previsioni della Commissione rinviano al 2014 la “ripartenza” per l’Italia
L’austerità fa bene ai conti pubblici, ma non alla crescita. La Francia frena il rilancio europeo.
Nel 2013 l’Italia porterà il proprio deficit sotto il 3% e a questi livelli lo manterrà anche negli anni successivi, ma il quadro resta critico con previsioni di crescita riviste al ribasso e disoccupazione ancora in aumento. È questo il quadro che emerge dalle previsioni economiche invernali della Commissione Europea per il nostro Paese.
L’Italia “sembra sulla buona strada per una sostanziale correzione della sua posizione di deficit eccessivo” ha sottolineato il commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn, presentando le previsioni economiche di Bruxelles. Grazie all’attuazione di “correzioni tempestive e sostenibili” dei conti pubblici, ha spiegato, per l’Italia “potrebbe essere possibile un’abrogazione della procedura per deficit eccessivo”, ma non prima delle prossime stime economiche di primavera, che saranno presentate a maggio. In questa situazione, secondo Rehn, “è necessario che l’Italia mantenga la rotta delle riforma e strategie coerenti di consolidamento” ma, almeno per quest’anno, all’Italia non serve una nuova manovra: “Un’attuazione completa delle misure già attuate – ha spiegato il vice presidente della Commissione – dovrebbe permettere all’Italia un miglioramento strutturale senza la necessità di misure supplementari”.
Tutt’altra musica per quanto riguarda la crescita, e questo sembra confermare che l’austerità fa bene ai conti pubblici ma non allo sviluppo. Le stime Ue per l’Italia peggiorano rispetto a quanto già previsto: -1% il Pil per il 2013, in calo rispetto al -0,5% messo in conto a novembre. A pesare sulle stime il calo degli investimenti, dovuto alla stretta creditizia nel settore privato, e il calo dei consumi causato dagli stipendi sempre più bassi. Per una ripresa bisognerà aspettare il 2014 (e non più la fine del 2013), quando “l’incertezza sarà ridotta” e si vedrà finalmente un +0,8%.
Previsioni nere anche sul fronte disoccupazione. Nel 2013, secondo le stime della Commissione, “sulla base della nuova contrazione dell’economia, in Italia aumenterà di un altro punto”: dal 10,6% del 2012 all’11,6% del 2013 e nel 2014 si toccherà addirittura il 12%. “Nel 2013, anche a causa di un’ulteriore contrazione dell’attività economica, il tasso di occupazione è stimato in calo e il tasso di disoccupazione è invece in crescita di un altro punto percentuale”, segnalano le previsioni della Commissione nel paragrafo dedicato al nostro Paese.
Il male non è solo italiano, è negativa anche la situazione complessiva nell’Eurozona dove la disoccupazione peggiorerà ancora a causa della “debolezza dell’attività economica”: si stima che nel 2013 raggiungerà il 12,2% e nel 2014 resterà al 12,1%, contro le precedenti previsioni a 11,8% e 11,7 per cento. Male, per la zona euro, anche la crescita: la Commissione europea prevede ancora un anno di recessione. Il Pil nel 2013 non andrà oltre il -0,3%, e la ripresa ci sarà solo a fine anno con una crescita positiva nel 2014 (+1,4%). L’attività economica nella seconda metà del 2012 è rimasta ”deludente”, a fronte di un miglioramento delle condizioni dei mercati finanziari iniziato la scorsa estate. A frenare la ripresa europea soprattutto il cattivo andamento della Francia nel 2013, con una crescita prevista dello 0,1% dopo lo 0,0% del 2012. Parigi ripartirà nel 2014 con un 1,2%. Le cose vanno molto male anche per il deficit, che non rispetterà la riduzione del 3% sia quest’anno sia il prossimo, fermandosi al 3,7% e poi al 3,9%, dal 4,6% del 2012 .
Dopo avere “toccato il fondo”, ora la Commissione Ue si aspetta però una “accelerazione graduale” dell’economia, inizialmente guidata dalla ripresa della domanda esterna, mentre investimenti e consumi dovrebbero tornare a crescere più avanti nel corso dell’anno, fino a quando, nel 2014, sarà il ritorno della domanda interna a far da motore all’economia. La crescita, dopo la debolezza del 2012, comincerà quindi a farsi sentire verso fine anno, quando si prevede che il Pil dell’ultimo trimestre 2013 sarà a +0,7% rispetto a un anno prima nell’eurozona e a +1,% nell’Ue nel suo complesso.
Letizia Pascale