Ospitiamo volentieri un autorevole messaggio di chi conosce bene l’Ue e sa che ne servirà sempre di più nel nostro futuro. Giuseppe Tesauro, giudice costituzionale, è tra i firmatari.
Gentile Direttore,
Chi scrive si occupa quotidianamente di temi europei e crede nel progetto di integrazione europea1. Con l’approssimarsi delle elezioni il dibattito sull’Europa ha assunto toni populistici e deformanti, perché la maggior parte degli schieramenti politici, desiderosi di “vendere” a un’opinione pubblica sfiancata dalla crisi ricette di risanamento meno onerose, ha cominciato a manifestare insofferenza verso quelli che sarebbero i vincoli imposti dalle istituzioni e dai partner europei. Tre critiche su tutte, ripetute ossessivamente dai politici in cerca di consenso elettorale, appaiono particolarmente strumentali e meritano una replica.
La prima è che la crisi italiana è comune a tutti i paesi dell’Eurozona ed origina in fondo dall’incapacità dell’Unione europea di predisporre delle misure adeguate a livello europeo per evitare speculazioni dei mercati finanziari sul debito sovrano. Ma si confonde il rimedio con l’origine del male: la vulnerabilità dell’Europa riflette il pesante indebitamento di alcuni paesi dell’Eurozona, unitamente alla mancanza di prospettive di crescita, che mettono a repentaglio la solvibilità a termine di tali paesi. Sarebbe quindi forse più onesto interrogarsi sulle vere cause della fuga degli investitori dai titoli di Stato italiani, che vanno di tutta evidenza ricercate nella crescita asfittica del paese e nell’incapacità della nostra classe politica di attuare le riforme di risanamento.
La seconda critica è che l’UE avrebbe imposto una ricetta di austerità deprimendo l’Italia e le altre economie dell’Eurozona già in crisi. Sul punto basti osservare che l’equilibrio dei conti pubblici è una tappa obbligata propedeutica a qualsiasi progetto di sviluppo e di solidarietà intergenerazionale e va perseguita per il nostro interesse e non per quello dell’Europa. Vivere a debito non è realistico alla lunga perché implica che qualcuno sia disposto a dare credito ed abbia fiducia nella solvibilità del debitore; ma senza finanze in ordine un paese non comanda né rispetto, né tantomeno fiducia o credito.
La terza critica, direttamente correlata alla seconda, è che le istituzioni europee, ponendo enfasi sull’austerità, non si sarebbero preoccupate di rilanciare la crescita attraverso lo stanziamento di fondi adeguati per lo sviluppo delle economie dell’Eurozona. Ma è fatto notorio che il budget della UE, che equivale a più o meno l’1% del suo PIL, è palesemente inadeguato.
Riguardo poi alla connotazione dispregiativa con cui molti politici rappresentano l’Unione europea, raffigurata come entità distante e priva di legittimazione democratica, va ricordato che l’UE non è un organismo esterno e alieno agli Stati che ne fanno parte, ma un’Unione di popoli e dei loro Stati sovrani che hanno deciso di esercitare una parte della propria sovranità attraverso istituzioni sovranazionali create per perseguire politiche e obiettivi di interesse comune. Le decisioni prese a Bruxelles sono dunque anche nostre.
Poi, soprattutto, ricordiamo che i vantaggi che gli italiani traggono dall’appartenenza alla UE e all’euro sono, oggettivamente, enormi.
L’Unione Europea ha saputo garantire ai popoli europei pace e prosperità per ben 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale. In termini economici, poi, i benefici sono incommensurabili. Per menzionarne solo alcuni: i) la libera circolazione beni, servizi, capitali e persone ha creato un mercato unico di milioni di consumatori; ii) la liberalizzazione dei settori delle pubbliche utilità (telecomunicazioni, energia, trasporti, poste) ha consentito un abbattimento vertiginoso delle tariffe pagate da noi utenti; iii) innumerevoli sono le direttive UE in materia di protezione dei lavoratori, donne, fasce deboli, studenti, (si pensi al riconoscimento dei diplomi e al programma ERASMUS); iv) la disciplina della concorrenza ha consentito di combattere cartelli e abusi di posizione dominante, mentre il controllo degli aiuti di stato ha frenato la cattiva abitudine di alcuni Stati a concedere alle imprese sussidi distorsivi, limitando lo sperpero di danaro pubblico; v) la disciplina di tutela del consumatore ha consentito di sventare monumentali truffe ai danni dei consumatori; iv) la disciplina degli appalti pubblici ha promosso un principio benefico di concorrenza per il mercato consentendo alla pubblica amministrazione ingenti risparmi nel procacciarsi beni e servizi per la collettività. vii) I fondi europei di sviluppo e coesione e quelli infrastrutturali, per quanto spesso mal utilizzati dal nostro paese, hanno contribuito alla realizzazione di grandi opere di interesse collettivo (per es. la metropolitana di Napoli, le reti tranviarie di Firenze, la ristrutturazione dei porti di Genova e Civitavecchia, ecc.); viii) La tutela dell’ambiente, una delle priorità della UE, ha dato voce a esigenze per anni ignorate nel nostro paese. ix) anche la politica di liberalizzazione degli scambi commerciali con i paesi extra-europei (WTO), sebbene faccia talvolta oggetto di critiche, a ben vedere ha prodotto molti effetti benefici: oggi noi europei possiamo esportare verso quei paesi beni e servizi a valore aggiunto; x) Infine l’euro, tanto criticato, ha sconfitto l’inflazione, consentendo agli italiani di contrarre mutui a tassi di interesse favorevoli per comprare casa, e allo Stato italiano – e quindi ai contribuenti- di finanziare il proprio debito pubblico risparmiando miliardi.
Chi ha sottoscritto quest’appello è convinto che c’è anche una crisi europea, ma per risolvere questa crisi ci vuole più Europa: che si completi l’unione politica, economica e monetaria e si stanzi un budget europeo più ambizioso di quello attuale, per poter finalmente attuare un vero piano di sviluppo a livello europeo. Nel frattempo, osserviamo che la crisi italiana è principalmente domestica e va risolta attuando subito riforme compatibili con gli impegni e gli indirizzi europei. Chi ha a cuore l’Italia e a cuore l’Europa, il prossimo 24 febbraio dovrebbe votare coloro che danno ampie garanzie sul saldo ancoraggio dell’Italia alla UE e all’Euro.
I PRIMI SOTTOSCRITTORI |
Pappalardo Aurelio Partner Studio Legale Boneli, Erede, Pappalardo e Professore Collegio Europeo Di Parma |
Tesauro Giuseppe Giudice della Corte Costituzionale |
Todino Mario Partner Studio Legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners |
Giudice Gabriele Commissione Europea, Capo Unità DG Affari economici e finanziari |
Pronio Massimo Commissione Europea, DG Sviluppo e Cooperazione |
Malferrari Luigi Commissione Europea, servizio giuridico |
Signore Stefano Commissione Europea, Capo Unità Affari Interni |
Forte Carlo Professore Diritto del Commercio Internazionale – Seconda Università degli Studi di Napoli |
Nava Mario Commissione Europea, Direttore DG Mercato interno e servizi |
Miceli Antonio Commissione Europea, Capo Unità OLAF |
Suardi Massimo Commissione Europea, Capo Unità DG Affari economici e finanziari |
Baratta Roberto Professore Ordinario di diritto internazionale e dell’Unione europea |
Mastroianni Roberto Professore Diritto dell’Unione Europea – Università degli Studi di Napoli Federico II |
Draetta Ugo Avvocato, Professore Ordinario di diritto Internazionale e dell’Unione Europea, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Triggiani Ennio Avvocato, Professore Ordinario di diritto dell’Unione Europea, Università di Bari “Aldo Moro” |
Fragola Massimo Professore Associato di diritto dell’Unione Europea, Università della Calabria |
Pellegrini Mattia Commissione Europea, Capo unità DG Imprese e Industria |
Spaini Tommaso Project Manager Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (AESA) |
Minneci Fabrizio Chief Legal Officer presso Ferrero International SA |
Bindi Federiga Direttore Istituto Italiano Cultura di Bruxelles |
Pignataro Laura Commissione Europea, Servizio Giuridico |
Pesaresi Nicola Commissione Europea, Capo Unità DG Concorrenza |
Grespan Davide Commissione Europea, Servizio giuridico |
Paolicchi Alessandro Commissione Europea, DG Commercio |
Paolicchi Alessandro Commissione Europea, DG Commercio |
Rossetti Di Valdalbero Domenico Commissione Europea, Amministratore principale DG Ricerca e Innovazione |
Gaudina Massimo Capo Unità European Research Council Executive |
Stancanelli Paolo Commissione Europea, Consigliere Giuridico |
Toffolon Claudio Commissione Europea, DG Concorrenza |
Conte Giuseppe Commissione Europea, Servizio giuridico |
Zanazzo Annagiulia Associate Studio Legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners |
Botti Elisabetta Associate Studio Legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners |
Kadar Massimiliano Commissione Europea, DG Concorrenza |
Chirico Filomena Commissione Europea, DG Concorrenza |
Sansonetti Valentina Commissione Europea, DG Concorrenza |
Rizza Cesare Avvocato Studio Legale Cleary Gottlieb Steen & Hamilton |
Icardi Paola Commissione Europea, DG Concorrenza |
Bay Matteo Partner Studio Legale Latham & Watkins |
Pulga Marcella Commissione Europea |
Alemanno Alberto Professore HEC Paris |
Prete Luca Corte di Giustizia UE |
Manzini Pietro Professore Università di Bologna |
Birch Peter Commissione Europea |
Rossi Luca Commissione Europea, DG Concorrenza |
Amato Filippo Avvocato Studio Legale Jones Day |
1 I sottoscrittori sono funzionari europei, docenti, avvocati, consulenti che si occupano di questioni europee. L’appello è sottoscritto a titolo personale e non impegna le istituzioni di appartenenza dei sottoscrittori.